19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Damasco chiede un summit arabo urgente

Siria, i fedelissimi di Assad assaltano le ambasciate

Decine di migliaia pro-Assad in piazza protestano contro la sospensione di Damasco. Mercoledì a Rabat riunione straordinaria della Lega Araba. Al vaglio un meccanismo per proteggere i civili. Ankara: La comunità internazionale agisca unita

DAMASCO - Decine di migliaia di manifestanti favorevoli al presidente siriano Bashar el Assad si sono riuniti oggi nel centro di Damasco per protestare contro la decisione della Lega araba di sospendere la partecipazione della Siria.
«Il popolo vuole Bashar el Assad», urlavano i dimostranti nella piazza Sabaa Bahrat. Cantavano inoltre canti patriottici, agitando bandiere e ritratti di Assad. La televisione pubblica ha diffuso anche immagini di un'altra manifestazione pro-Assad sulla piazza degli Omayyadi a Damasco e diversi assembramenti ad Aleppo, ad Lataqia e in altre città.
«Il popolo siriano ha riempito le piazze della patria per annunciare il suo rifiuto della decisione della Lega araba», ha detto la televisione del regime.
Il provvedimento di ieri della Lega araba ha provocato un'ondata di manifestazioni pro-Assad. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale saudita Spa è stata assaltata e saccheggiata l'ambasciata a Damasco dell'Arabia saudita. Altri dimostranti sono saliti sul tetto dell'ambasciata del Qatar.

Damasco chiede un summit arabo urgente - La Siria chiede che si tenga un summit arabo urgente per discutere il conflitto in corso nel paese guidato da Bashar el Assad. Lo riferisce la TV di Damasco, un giorno dopo che la Lega araba ha sospeso la partecipazione siriana alle sue riunioni.
Damasco «ha fatto oggi appello alla convocazione d'un summit arabo urgente per rimediare alla crisi e alle sue conseguenze negative nella congiuntura araba», ha precisato la televisione.

Mercoledì a Rabat riunione straordinaria della Lega Araba - I ministri degli Esteri dei paesi membri della Lega araba si incontreranno mercoledì a Rabat, in Marocco, per una riunione straordinaria sulla crisi siriana. Lo ha detto all'Afp il portavoce del ministero degli Esteri algerino Amar Belani. «Abbiamo deciso di convocare una riunione dei ministri degli Esteri della Lega araba il 16 novembre a Rabat, sulla Siria, a margine del Forum Turchia-Paesi arabi», in programma nella capitale marocchina, ha detto Belani.
Il portavoce ha spiegato che nel corso della riunione del Cairo del 2 novembre scorso, i ministri della Lega araba avevano deciso di «lasciare 15 giorni alla Siria per applicare il piano arabo» per mettere termine alla repressione condotta da otto mesi dal regime di Bashar al Assad contro le forze di opposizione. Ieri l'organizzazione panaraba ha deciso di sospendere la Siria perchè non ha ancora messo in atto il piano, che prevede la fine delle violenze e il ritiro dei blindati dell'esercito dalle città.

Al vaglio un meccanismo per proteggere i civili - La Lega araba, che ieri ha sospeso la partecipazione della Siria alle sue riunioni, «studia la messa in opera d'un meccanismo per proteggere i civili» nel paese guidato dal presidente Bashar el Assad. L'ha annunciato oggi il segretario generale dell'organizzazione panaraba Nabil al Arabi durante una visita a Tripoli.
«Quello che è chiesto ora alla Lega araba è di mettere in piedi un meccanismo per proteggere i civili», ha detto al Arabi in una conferenza stampa congiunta col capo del Consiglio nazionale di transizione libico Mustafa Abdeljalil. Arabi non ha dato ulteriori precisazioni.

L'Opposizione contenta della sospensione di Damasco - Il Consiglio nazionale siriano (Cns), l'ombrello che raggruppa la gran parte dell'opposizione siriana, s'è detto contento della decisione della Lega araba di sospendere la Siria, ritenendolo un «passo nella giusta decisione».
«Il Cns accoglie favorevolmente le decisioni prese dai ministri arabi, che costituiscono un passo nella buona direzione e un'accusa chiara del regime siriano che commette assassinii e distruzioni», ha detto il consiglio in un comunicato. «I sacrifici del popolo siriano rispetto al regime sanguinario - continua il comunicato - hanno fatto in modo che la posizione araba sia cambiata in favore della Rivoluzione siriana».

Ankara: La comunità internazionale agisca unita - La Turchia ha chiesto oggi alla comunità internazionale di agire con «una sola voce» di fronte alla situazione in Siria. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri turco. «L'atteggiamento del governo siriano mostra che è necessario che la comunità internazionale reagisca con una sola voce riguardo ai gravi sviluppi in Siria», ha dichiarato il ministero in un comunicato.
Il ministero ha aggiunto che la Turchia sostiene la decisione della Lega araba di sospendere la Siria dall'organizzazione fino a quando non si impegnerà ad applicare il piano arabo per la risoluzione della crisi, che prevede la fine della repressione che ha fatto oltre 3.500 morti in otto mesi, secondo un bilancio delle Nazioni Unite.
Partner economico e politico della Siria prima dell'inizio della rivolta contro il regime del presidente Bashar al Assad, la Turchia ha condannato con fermezza la repressione attuata da Damasco contro le forze di opposizione, e il premier turco Recep Tayyp Erdogan ha annunciato di aver tagliato i ponti con il regime siriano.

Hariri: La posizione libanese in Lega araba è «vergognosa» - La posizione del Libano, che assieme allo Yemen è stato l'unico paese ad aver votato contro la sospensione della Siria dalla Lega araba, è «vergognosa». L'ha detto oggi l'ex primo ministro Saad Hariri.
«E' vergognoso e spero che il popolo siriano sappia che questo governo non rappresenta la volontà dei libanesi», ha detto Hariri sul sito di microblog Twitter. «Questo voto - ha aggiunto - non viene dalla volontà dei libanesi, ma da quella del governo di Hezbollah presieduto da Najib Mikati».
Hezbollah ha provocato a gennaio la caduta del governo Hariri che, dopo la formazione del nuovo esecutivo, è andato all'estero e ha scelto recentemente di comunicare solo su Twitter.

La Francia convoca l'ambasciatore siriano su attacchi ai consolati - Il ministero degli Esteri francese ha convocato l'ambasciatore siriano a Parigi per protestare contro attacchi avvenuti contro interessi transalpini nel paese governato da Bashar el Assad. L'ha comunicato oggi Quai d'Orsay.
«I tentativi d'aggressione contro il consolato onorario di Francia a Lataqia e la cancelleria distaccata francese ad Aleppo da parte di gruppi di manifestanti organizzati e senza reazione da parte delle forze di sicurezza sono inaccettabili», ha affermato un portavoce del ministero.
«L'Ambasciatore di Siria in Francia - ha aggiunto - è stato convocato al Quai d'Orsay (sede del ministero degli Esteri transalpino, ndr.) per ricordargli gli obblighi internazionali della Siria».