1 dicembre 2023
Aggiornato 20:30
Lo rivelano fonti USA

«Al-Qaida cerca di entrare stabilmente in Libia»

Generale Usa: «Gheddafi controlla pochi combattenti». Il rais: «Il mondo intervenga contro i crimini Nato a Sirte». La Gran Bretagna auspica una nuova risoluzione ONU entro tre giorni. La Russa: «Incontrerò Panetta entro il 20 ottobre»

WASHINGTON - Al-Qaida cerca di entrare stabilmente in Libia, approfittando del caos provocato dalla caduta del regime di Gheddafi per stabilire una nuova rete terroristica. Lo ha detto un responsabile della Difesa statunitense.
La rete estremista assieme al gruppo nel Maghreb islamico (Aqmi) «potrebbe tentare di approfittare della situazione e questo ci preoccupa», ha dichiarato la fonte durante un punto stampa al Pentagono sottolineando che alcuni dirigenti delle due organizzazioni hanno già manifestato il loro desiderio di giocare un ruolo in Libia grazie alla caduta del regime di Gheddafi.
Se la struttura di sicurezza di Muammar Gheddafi aveva come priorità la lotta contro al Qaida, la stessa cosa non si può dire per il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), che per il momento si sta concentrando sugli ultimi bastioni ancora fedeli al colonnello, ha detto un'altra fonte.
Oggi, il presidente mauritano Mohamed Ould Abdel Aziz ha riferito che «un flusso massiccio di armi» provenienti dalla Libia sono finiti nelle mani di Aqmi.

Generale Usa: «Gheddafi controlla pochi combattenti» - Il colonnello Muammar Gheddafi controlla un piccolo numero di combattenti lealisti in Libia e la sua capacità di influire sugli eventi «è stata molto ridotta». Lo ha detto il generale Carter Ham, comandante delle forze armate statunitensi in Africa, Africom, parlando alla stampa. «Mi sembra che la sua capacità di influenzare gli avvenimenti quotidiani sono state largamente ridotte, senza dubbio non completamente, ma in modo significativo», ha aggiunto. Il generale Ham ha affermato che ci sono «combattenti pro-Gheddafi a Sirte (città natale del colonnello) e a Bani Walid», due bastioni fedeli all'ex rais.
Alla domanda se Gheddafi costituisca un obiettivo militare legittimo, il generale ha risposto che la cattura del colonnello è «un affare politico». «Non cerchiamo gli individui, puntiamo alle installazioni», ha sottolineato. Il generale ha precisato che la caccia all'uomo necessita l'impiego di risorse militari «considerevoli».

Gheddafi: «Il mondo intervenga contro i crimini Nato a Sirte» - Mummar Gheddafi ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché rompa l'assedio di Sirte, denunciando i «crimini» commessi dalla Nato: lo ha reso noto l'emittente televisiva siriana Arrai, che da qualche tempo diffonde i messaggi del rais in fuga.
«Se Sirte è stata isolata dal mondo perché possano venirvi commesse tali atrocità, la comunità internazionale ha il dovere di non lasciarla sola, dovete assumervi le vostre responsabilità e intervenire immediatamente per fermare questi crimini», ha dichiarato Gheddafi, secondo il quale «gli atti di terrorismo e la distruzione praticati dalla Nato nella zona di Sirte sono indescrivibili».
L'ultimo messaggio di Gheddafi - diffuso sempre da Arrai - risaliva a lunedì scorso, quando il rais aveva incitato i suoi fedeli a lottare «fino alla vittoria».

Cnt ai lealisti di Bani Walid: Consegnate le armi - I lealisti di Bani Walid consegnino le loro armi alle nuove autorità libiche. E' l'intimazione di Mustafa Abdul Jalil, a capo del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), che ha incontrato a Tripoli alcune autorità della città ancora in mano a Muammar Gheddafi. A darne notizia, un portavoce del Cnt.
«Jalil ha incontrato una delegazione di Bani Walid e ha chiesto la consegna delle armi pesanti» ha dichiarato Mahmoud Shammam, ministro dell'Informazione nel governo ad interim libico. Shammam non ha però riportato la risposta della delegazione della città, che si trova 170 chilometri a sud-est di Tripoli, circondata dalle forze del Cnt.
Secondo Shammam, se le armi pesanti saranno consegnate, i combattenti pro-Cnt si impegneranno a fare il loro ingresso in città senza toccare i civili. «Ma avranno il diritto di perseguire chiunque abbia commesso crimini e omicidi» ha dichiarato. Ha poi aggiunto che nessun altro ultimatum è in discussione: «L'unico è scaduto sabato scorso».

Madrid sblocca 350 milioni di fondi libici congelati - La Spagna ha ricevuto il segnale verde dalle Nazioni Unite per sbloccare 350 milioni di euro di fondi libici da mettere a disposizione del Consiglio nazionale di transizione per fini umanitari. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Madrid, Trinidad Jiménez.
«Abbiamo ricevuto l'autorizzazione per sbloccare i fodi libici congelati in Spagna dal Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite», ha detto Jiménez davanti alla Commissione degli Esteri alla Camera dei deputati. Questi fondi «rappresentano la quasi totalità dei beni congelati in Spagna» e saranno impiegati per «assicurare aiuti umanitari e di prima necessità», ha precisato il ministro.
Questi 350 milioni si aggiungono ai 16 milioni di euro che il premier Jose Luis Zapatero aveva sbloccato il 31 agosto scorso.

La Russa: «Incontrerò Panetta entro il 20 ottobre» - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa incontrerà «entro il 20 ottobre» il segretario di Stato alla Difesa Usa, Leon Panetta. Ne dà notizia lo stesso La Russa, spiegando di aver avuto nel pomeriggio «un lungo colloquio telefonico con Panetta».
Durante la telefonata, riferisce La Russa, «abbiamo parlato brevemente della situazione in Libia, anche se la speranza è che per quando ci sarà l'incontro la missione libica avrà concluso la sua fase più difficile». Nel pomeriggio il ministro della Difesa ha parlato anche con il ministro della Difesa tunisino «discutendo anche delle problematiche relative all'immigrazione».

La Gran Bretagna auspica una nuova risoluzione ONU entro tre giorni - La Gran Bretagna auspica l'adozione entro tre giorni in seno al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di una risoluzione che preveda l'invio di una missione in Libia e l'alleggerimento delle sanzioni ancora in vigore contro Tripoli: lo hanno reso noto fonti diplomatiche.
Londra ha già inviato una bozza di risoluzione agli altri 14 Paesi membri, documento che dovrebbe essere discusso a partire da stasera: la missione dell'Onu - formata da circa 200 esperti e tecnici - avrebbe come compito quello di assistere il Consiglio Nazionale di Transizione libico a mettere in piedi un'amministrazione efficiente.
La bozza prevede anche il mantenimento della necessità di proteggere della popolazione civile, il che permetterebbe alla Nato di continuare le operazioni aeree sul Paese, alle quali si sono dette contrarie Russia, Cina, Sudafrica, India e Brasile.