23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
La crisi siriana

Cala il gelo fra Damasco e la Lega Araba

Il segretario El-Arabi si recherà con urgenza in Siria. Assad approva riforma della stampa. Il Presidente turco Gul: «Nessuna fiducia nel regime di Damasco»

IL CAIRO - Il segretario generale della Lega araba, Nabil El-Arabi, si recherà con urgenza in Siria per discutere un'iniziativa finalizzata a «risolvere la crisi» iniziata nella metà di marzo.
La decisione è arrivata alla fine di una riunione straordinaria dei vertici diplomatici dei Paesi arabi che, si legge in un comunicato, «hanno domandato al segretario generale della Lega araba di effettuare una missione urgente a Damasco e di trasmettere l'iniziativa araba per risolvere la crisi siriana».
Il comunicato non fa alcun riferimento al contenuto della proposta che verrà presentata al presidente siriano Bashar al-Assad, ma lancia un appello per «mettere fine allo spargimento di sangue» e a «seguire la ragione prima che sia troppo tardi».
I ministri arabi hanno espresso «inquietudine per i gravi sviluppi in Siria» e per «le migliaia di vittime e di feriti» e invitato il regime a «rispettare il diritto del popolo siriano a vivere in sicurezza e a rispettare le loro aspirazioni legittime a riforme politiche e sociali».

Damasco respinge il comunicato della Lega Araba - La Siria ha respinto il comunicato della Lega Araba nel quale si chiedeva di mettere fine allo spargimento di sangue nel Paese, in una nota diffusa dalla delegazione siriana presso l'organizzazione panaraba.
Secondo la nota «il comunicato rappresenta una chiara violazione dei principi della Carta della Lega e delle fondamenta dell'azione congiunta dei Paesi arabi»; la delegazione ha inoltre protestato perché il comunicato è stato reso pubblico nonostante la riunione straordinaria della Lega, svoltasi ieri sera, fosse terminata con una accordo che garantiva invece la riservatezza delle critiche dell'organizzazione nei confronti del regime di Damasco.

Assad approva la riforma della stampa - Il presidente siriano Bashar al-Assad ha firmato una nuova legge sulla stampa nel tentativo di frenare le proteste di piazza, mentre nella notte altri due civili sono stati uccisi.
La nuova legge, all'interno del pacchetto di riforme annunciate da Damasco, eviterebbe la prigione ai giornalisti colpevoli di attentare «al prestigio e alla dignità dello Stato» così come «all'unità nazionale».
Secondo il presidente dell'Unione dei giornalisti siriani, Elias Mrad, si tratta di «una legge più moderna che fornisce la possibilità ai media siriani di giocare un ruolo più globale per presentare la verità». Ma se il carcere viene scongiurato, i giornalisti potrebbero pagare care le critiche al regime sul piano economico, con ammende fino a 21mila dollari.

Il Presidente turco Gul: «Nessuna fiducia nel regime di Damasco» - La Turchia non sarebbe più pronta a dare credito al regime siriano davanti al numero crescente di vittime civili. Lo rende noto l'agenzia turca Anadolu. «Ormai (la situazione in Siria) ha raggiunto un tale livello che ogni (intervento di Damasco) risulta troppo ridotto e tardivo. Non abbiamo più fiducia», ha detto il presidente della Repubblica turco Abdullah Gul, in un'intervista esclusiva all'agenzia turca, riferendosi ai tentativi del presidente siriano Bashar al-Assad di calmare la contestazione.
«Tutto il mondo dovrebbe sapere che siamo al fianco del popolo siriano» ha dichiarato Gul, aggiungendo che «oggi nel mondo non c'è più spazio per amministrazioni autoritarie, partiti unici, regimi chiusi. Saranno rimpiazzati con la forza oppure i governi della regione dovranno assumere una iniziativa».
Ankara, che all'inizio della contestazione siriana aveva scelto un basso profilo, nelle ultime settimane ha criticato con forza sempre maggiore la sanguinosa repressione di Damasco.