27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Hariri: «Beirut denunci il massacro in corso in Siria»

Siria, gli USA «sperano» nei Paesi arabi

Lo ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato americano. Assad nomina nuovo ministro della Difesa il Generale Rajha

WASHINGTON - Gli Stati Uniti sono «incoraggiati» dall'inasprimento di tono dei Paesi arabi nei confronti delle autorità siriane. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner.
«Siamo molto incoraggiati e confortati dalle forti prese di posizione che abbiamo constatato nel corso del fine settimana da parte della Lega araba e del Consiglio di cooperazione del Golfo» contro la repressione in Siria, ha dichiarato Toner.

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha nominato il generale Daud Rajha nuovo ministro della Difesa. Lo ha annunciato la televisione siriana precisando che il generale Rajha, capo di Stato Maggiore dell'esercito, prende il posto del generale Ali Habib. «Questa nomina rientra nel quadro di un più ampio cambiamento ai più alti livelli dello Stato deciso dopo gli incontri tra il presidente Assad e delegazioni rappresentanti gli abitanti» delle città scosse dalle contestazioni, ha affermato la televisione di Stato.
L'ex ministro della Difesa Ali Habib «è malato da tempo e il suo stato di salute è peggiorato di recente», ha sottolineato la tv.
Il regime di Assad è da cinque mesi scosso da una rivolta popolare senza precedenti. Il potere non ha mai riconosciuto l'importanza delle contestazioni e continua ad accusare «gruppi armati» di seminare il caos per giustificare l'invio dell'esercito in diverse città siriane per soffocare la rivolta.

Un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Siria di Assad è allo studio dell'Unione europea, dopo che negli ultimi giorni si sono susseguite le pressioni internazionali e gli ambasciatori di Arabia saudita e Kuwait sono stati richiamati.
La lista di persone e società vicine al regime già colpite dal congelamento di beni voluto da Bruxelles, 38 al momento, potrebbe quindi allungarsi nei prossimi mesi. Il servizio diplomatico europeo, infatti, è stato incaricato, secondo fonti diplomatiche, di redigere entro l'inizio di settembre «una lista di opzioni per andare oltre a quelle (sanzioni) già in vigore».
Secondo la stessa fonte, alcuni Paesi europei, come la Germania, sarebbero pronti a un embargo su petrolio e gas. Un'idea che Londra non disdegnerebbe ma che al momento, secondo un altro diplomatico, «è solo un'idea».
Diversi orientamenti rimarrebbero però tra i Paesi disposti a sanzioni economiche e quanti preferirebbero l'embargo sui beni che potrebbero essere usati dal regime per inasprire la repressione.

La Lega araba ad Assad: Ora dialogo serio - Il segretario generale della Lega araba, Nabil al Arabi, ha lanciato un appello al dialogo «serio» in Siria per giungere a una riconciliazione nazionale, chiedendo ai Paesi arabi di trarre insegnamento dalle esperienze tunisine ed egiziane. «Quello che sta accadendo in Siria preoccupa la Lega araba e tutti i Paesi della regione. Speriamo che (la Siria) possa superare la crisi con mezzi pacifici e grazie all'apertura di un dialogo serio in vista di una riconciliazione chiesta dal popolo», ha dichiarato alla stampa.

Hariri: Beirut denunci il massacro in corso - L'ex primo ministro libanese Saad Hariri ha chiesto al suo Paese di denunciare il «massacro» in corso in Siria, segnalando che Beirut non deve restare in silenzio di fronte alla repressione brutale condotta dal regime siriano.
«Il Libano non può restare indifferente di fronte al massacro senza fine che si svolge attualmente in (Siria)», ha indicato in un comunicato Saad Hariri, il cui governo è stato destituito a gennaio dal movimento sciita Hezbollah, sostenuto dalla Siria. Ha invitato il primo ministro Najib Mikati e il nuovo governo libanese, dove Hezbollah ha un ruolo importante, a dissociarsi e sostenere la repressione che è attualmente condotta nel Paese vicino. «Il Libano deve essere vicino alla Siria ma in questo caso ciò vuol dire essere vicino alla sua popolazione», ha aggiunto. La sua dichiarazione arriva mentre molti Paesi arabi, tra cui l'Arabia Saudita, hanno denunciato la repressione in corso in Siria e invitato il governo a cessare queste operazioni mortali.
Secondo le ong, più di 2mila persone, per lo più civili, sono state uccise dall'inizio del movimento di contestazione in Siria a metà marzo.

L'auspicio del Nunzio apostolico - In Siria «occorre un supplemento di buona volontà da ambo le parti, delle autorità e dell'opposizione», secondo il nunzio apostolico in Siria, monsignor Mario Zenari.
Intervistato da Radio vaticana, il presule ha risposto ad una domanda circa l'ipotesi di introdurre il multipartitismo e di convocare elezioni. «Naturalmente - ha detto mons. Zenari - occorre che questo sia fatto anche nel quadro di un dialogo nazionale, che, purtroppo, trova ancora degli intoppi. Vogliamo sperare che ci sia buona volontà. Il Papa giustamente incoraggia la buona volontà degli uni e degli altri. Occorre un supplemento di buona volontà da ambo le parti, delle autorità e dell'opposizione».

Università Al-Azhar: Repressione ha superato ogni limite - «La situazione ha passato ogni limite». Con queste parole Al-Azhar, l'autorevole università sunnita del Cairo, rompe il silenzio sulla repressione siriana che solo domenica ha provocato 52 vittime.
«Per lungo tempo Al-Azhar ha pazientato e evitato di parlare della situazione in Siria per una questione di sensibilità» ha reso noto Ahmed al-Tayyeb, imam dell'università cairota, fra le massime istituzioni culturali e religiose del mondo arabo. Ma la situazione «ha superato ogni limite e non c'è altra soluzione che mettere fine a questa tragedia araba e islamica», ha proseguito al-Tayyeb.
Con l'intervento di Al-Azhar aumentano le pressioni del mondo arabo sul presidente Assad. Gli ambasciatori dell'Arabia saudita e del Kuwait sono stati richiamati e ieri, per la prima volta, il segretario generale della Lega araba Nabil al-Arabi ha chiesto a Damasco di mettere «immediatamente» fine alle violenze.

Il gruppo di pirati informatici Anonymus ha violato il sito del ministero della Difesa siriana, pubblicando sulla home page un appello ai militari a sollevarsi contro il regime di Bashar al Assad e manifestando il pieno appoggio agli oppositori. «Al popolo siriano: il mondo è al vostro fianco, contro il regime brutale di Bashar al Assad, Sappiate che il tempo e la storia sono dalla vostra parte», si legge sul messaggio scritto in arabo e in inglese.
Questa mattina, la home page del sito del dicastero della Difesa presentava la bandiera siriana, con al centro un busto senza testa - il logo degli hacker - con un punto interrogativo e una corona di alloro.
Anonymus si rivolge anche ai militari siriani. «Difendete il vostro Paese contro il regime. Voi siete responsabili della protezione del popolo siriano e chiunque vi chieda di uccidere donne, bambini e anziani si merita di essere perseguito davanti alla giustizia per tradimento. Nessun nemico straniero può fare tanto male al popolo siriano come Bashar al Assad».