27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Rivolta in Siria

Assad non cede. UE e ONU verso nuove sanzioni

Il responsabile della politica Estera dell'UE, Ashton: «In serata riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite»

DAMASCO - Nessuna prospettiva di un intervento della Nato, ma una presa di posizione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sembra prossima, mentre l'Unione Europea sta per approvare nuove sanzioni contro Damasco: all'indomani del massacro di Hama, la diplomazia cerca di mettere ulteriore pressione sul regime siriano perché limiti o rinunci alla repressione violenta delle manifestazioni antigovernative.

Fonti diplomatiche hanno confermato che l'Unione Europea rafforzerà le sue sanzioni contro Damasco: cinque nuovi nomi di persone vicine al presidente siriano Bashar al Assad potrebbero essere aggiunti fin da domani all'elenco delle persone private di visto e i cui asset sono stati congelati. L'Europa ha già adottato tre cicli successivi di sanzioni nei confronti di esponenti del regime, fra i quali lo stesso Presidente siriano, oltre a società legate al potere, ma anche di esponenti dei Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran).

Il responsabile della politica Estera dell'Ue, Catherine Ashton, ha ribadito dea parte sua che «è tempo che il Consiglio di Sicurezza assuma una posizione chiara sulla necessità di mettere fine alla violenza», precisando che una riunione straordinaria del Consiglio dovrebbe tenersi in serata.

Nessuna possibilità invece, almeno per il momento, di un ricorso a una possibile opzione militare sul modello di quella in corso in Libia, ipotesi proposta dalla Gran Bretagna: «In Libia conduciamo un'operazione basata su un mandato chiaro dell'Onu e abbiamo il sostegno dei Paesi della regione: queste due condizioni non sono presenti per la Siria», ha messo in chiaro il Segretario egenrale dell'Allenza, Anders Fogh Rasmussen, pur condannando «gli atti di violenza delle forze di sicurezza siriane che colpiscono la popolazione».

Assad da parte sua si è congratulato con il «patriottico» esercito siriano, definito simbolo «dell'orgoglio nazionale», in un discorso pronunciato in occasione dell'anniversario della fondazione delle forze armate: «Saluto ciascun (soldato) e con lui mi congratulo in occasione del 66esimo anniversario della creazione dell'esercito arabo siriano (...) che difende i suoi diritti di fronte ai piani aggressivi che ci riguardano oggi e domani».

Sul terreno, altre due persone sono state uccise oggi ad Hama, dopo le stragi costate la vita domenica ad almeno un centinaio di manifestanti; secondo le organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, nelle ultime 24 ore almeno 139 persone hanno perso la vita in diverse città per mano delle forze di sicurezza di Damasco.