Le proteste anti-Saleh aprono la strada ad Al Qaida
A lanciare l'allarme il «New York Times». Combattenti in arrivo nel paese indebolito dalla crisi politica
SANA'A - Le proteste anti-Saleh in Yemen spianano la strada ad Al Qaida nella penisola arabica (AQPA) e permettono a uno dei rami più sanguinari della rete terroristica di Bin Laden, se si esclude il Pakistan, di operare più liberamente all'interno del paese arabo e di rafforzare i piani per possibili attacchi in Europa e negli Stati Uniti: a lanciare l'allarme - scrive il New York Times - sono diplomatici americani, esperti di intelligence e anti-terrorismo.
Le operazioni di anti-terrorismo in Yemen si sono interrotte, sottolinea il quotidiano americano, lasciando ad Aqpa, responsabile del devastante attentato sul volo di Detroit del 25 dicembre 2009, la possibilità di agire più liberamente. Molti soldati yemeniti hanno abbandonato i loro posti o sono stati trasferiti nella capitale San'a per sostenere il governo traballante. Al Qaida nella penisola arabica ha riempito questo vuoto di potere e le truppe yemenite sono state oggetto di ripetuti attacchi nelle ultime settimane, avverte il NyTimes. Un gruppo esiguo ma in continuo aumento di combattenti di Al Qaida e comandanti di basso profilo, inoltre, stanno arrivando in Yemen, anche dal Pakistan, per unirsi alla lotta.
Questi elementi messi assieme - secondo il quotidiano newyorkese - preoccupano l'amministrazione Obama, la quale si trova nella delicata posizione di dover detronizzare il presidente-alleato Ali Abdallah Saleh, al potere da più di trent'anni, e allo stesso tempo far proseguire le operazioni anti-terroristiche in Yemen. Secondo alcuni esperti, Saleh potrebbe ritirare i soldati che danno la caccia ad Al Qaida con l'intento di rafforzare la crisi e spingere gli americani a sostenerlo, invece di levargli il potere. Interessante tuttavia il fatto che a capo delle quattro maggiori agenzie di sicurezza e anti-terrorismo in Yemen, tra cui la Guardia Repubblicana e le Forze di sicurezza centrali (addestrate ed equipaggiate dagli Stati Uniti) sono il figlio e quattro nipoti del presidente contestato. Nel caso di un loro licenziamento, mettono in guardia gli esperti, l'impegno sul fronte anti-terroristico potrebbe finire nelle mani di tenenti e colonnelli di incerta provenienza.