21 maggio 2025
Aggiornato 17:00
Movimenti rivoluzionari

Rivolta nel mondo islamico, venerdì di morte dalla Libia allo Yemen

A El Beida, in Cirenaica, confusione su chi controlla la città. Nel pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato le violenze contro i manifestanti

ROMA - Ancora una giornata di rivolte e violenze nel mondo islamico, con morti e feriti dalla Libia al Bahrein, passando per lo Yemen. Ribellioni e proteste che hanno origini diversissime, ma accomunate dalla rabbia verso i regimi e dall'esempio delle 'rivoluzioni' che nell'ultimo mese hanno rovesciato i governanti al potere da decenni in Tunisia ed Egitto. Nel pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato le violenze contro i manifestanti in questi tre paesi e ha chiesto il rispetto per la libertà d'espressione.

LIBIA - Ancora violenze in Libia, dove nella città orientale di El Beida, in Cirenaica, da martedì sono morte almeno 14 persone in disordini antigovernativi: stando alle fonti «ben informate» citate dalla France Presse, fra i quattordici morti, tutti civili, vi sarebbero anche dei sostenitori del regime di Muammar Gheddafi. Alcune Ong hanno però parlato di almeno 30 morti solo ieri in questa zona, dove le 'forze speciali' composte anche da mercenari avrebbero scatenato una repressione talmente feroce sulla popolazione da provocare la ribellione delle forze di sicurezza regolari, che si sarebbero unite ai civili cacciando i fedelissimi del rais fuori città. A Tripoli, tre detenuti sono stati uccisi dalle forze dell'ordine, mentre cercavano di evadere dalla prigione di El-Jedaida, nei pressi della capitale. In tutto il paese, secondo Ong e attivisti all'estero, ci sarebbero stati circa 50 morti da ieri.

YEMEN - Anche nello Stato del sud della penisola arabica, le violenze sono proseguite oggi. A Taiz, 270 km a sudovest della capitale San'a, l'esplosione di un granata lanciata contro i manifestanti ha provocato il la morte di almeno due persone e il ferimento di altre 27; nel porto di Aden, la città più calda, tre persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco dalla polizia mentre manifestavano contro il presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni. Scontri anche a San'a, dove si sono registrati almeno quattro feriti.

BAHREIN - Nel piccolo principato del Golfo Persico anche oggi si sono tenute manifestazioni di protesta della maggioranza sciita contro il governo della dinastia regnante sunnita: la polizia ha aperto il fuoco provocando almeno 25 feriti. Il principe ereditario del Bahrein, Salman ben Hamad al Khalifa, ha promesso un dialogo con l'opposizione non appena sarà ritornata la calma nel Paese, che rischia di veder saltare anche il gran premio di Formula 1 in programma il 13 marzo: oggi comunque il patron del GP Bernie Ecclestone si è definito «più ottimista rispetto a ieri».