In Tunisia il primo Consiglio dei Ministri
Varata una legge d'amnistia che verrà applicata anche ad islamisti di Ennahdha
TUNISI - Il governo di transizione tunisino, riunitosi oggi per il primo consiglio dei Ministri, ha approvato un progetto di legge di amnistia generale, che dovrà ora essere sottoposto all'esame del Parlamento: il decreto comprende anche il partito islamico di Ennahdha, dichiarato illegale sotto il regime del deposto presidente Zine el Abidine Ben Ali.
Tra le altre misure di democratizzazione annunciate lunedì scorso dal premier Mohammed Ghannouchi vi era anche la possibilità per i partiti dell'opposizione messi al bando da Ben Ali di rientrare nella legalità dietro semplice richiesta, facoltà di cui Ennahdha aveva annunciato di volersi avvalere.
Ennahdha aveva annunciato due giorni fa di non voler presentare alcun candidato alle prossime elezioni presidenziali, previste entro sei mesi, ma di voler partecipare alle elezioni politiche; il movimento islamista aveva criticato la formazione del nuovo governo di unità nazionale - di cui non è stato chiamato a far parte, così come tutti i partiti di opposizione «illegali» quale quello Comunista - definendolo un esecutivo «di esclusione nazionale».
Il premier tunisino Mohammed Ghannouchi aveva poi confermato che il massimo dirigente di Ennahda, Rached Ghannouchi, non sarebbe potuto rientrare dal suo esilio londinese se prima non fosse stata approvata una legge di amnistia che ne cancellasse la condanna all'ergastolo impostagli nel 1991. Fondato nel 1981 da un gruppo di intellettuali ispirati dai Fratelli Musulmani egiziani, Ennahdha («Rinascita«) era stato in un primo momento tollerato dalle autorità ma dopo le elezioni del 1989, in cui ottenne il 17% dei suffragi, i suoi militanti e dirigenti vennero sottoposti a una dura repressione.