18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Medio Oriente

Processo di pace, accordo in un anno con reciproche concessioni

La Clinton a Netanyahu e Abu Mazen: «Potete trasformare un sogno in realtà»

NEW YORK - «Siete gli uomini che possono trasformare il sogno in realtà, avete il futuro della regione nelle vostre mani». Questi uomini sono il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il leader dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, investiti di questo ruolo da Hillary Clinton. Il segretario di Stato americano li ha accolti nella sala Benjamin Franklin del Dipartimento di Stato, a Washington, per l'inizio dei colloqui di pace.
L'obiettivo è trovare una soluzione entro un anno. 'La' soluzione è quella dei due Stati, come ha ricordato Clinton.

Riuscire a trovare un accordo fra israeliani e palestinesi «non sarà facile, una vera e durevole pace si potrà raggiungere solo con impegno comune» e «concessioni reciproche» ha ribadito Netanyahu, secondo cui «per raggiungere un accordo di pace fra israeliani e palestinesi è necessario il mutuo riconoscimento dei due Stati».

«Noi chiediamo al governo israeliano di portare avanti il suo impegno di porre fine a tutte le attività di colonizzazione e di revocare l'embargo nella Striscia di Gaza» ha risposto Abu Mazen, che si è impegnato a favore della sicurezza, «indispensabile per la pace» ha ammonito Netanyahu.

D'altronde è il momento di prendere difficili decisioni, lo ha detto anche Clinton, che ha garantito «il pieno sostegno degli Stati Uniti», ricordando che l'accordo «dovete trovarlo voi - ha dichiarato rivolgendosi ai due leader - non saremo noi a imporlo».

«Siamo pronti a raggiungere la pace, per dare sicurezza e prosperità alla regione ed essere buoni vicini - ha detto Netanyahu - ma servono serie negoziazioni, ci sono molti argomenti da discutere». I due leader torneranno a parlarne il 14 e 15 settembre «nella regione», ha reso noto l'inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, George Mitchell, che ha definito «produttivo» il primo incontro. Poi, continueranno a incontrarsi ogni due settimane.

E mentre il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è detto «incoraggiato» dalla serietà con cui israeliani e palestinesi hanno avviato i negoziati diretti di pace, Hamas ha fatto sapere che gli attacchi contro gli israeliani in Cisgiordania continueranno, malgrado l'ondata di arresti dei suoi sostenitori nei territori, lanciata dalle forze dell'Autorità palestinese in cooperazione con Israele. «Sono le forze di resistenza il vero rappresentante del popolo palestinese», ha dichiarato Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas. Non a caso, Clinton ha concluso il suo discorso ricordando che «chi non vuole l'accordo, cercherà in tutti i modi di sabotarci».