2 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Nuova spedizione

Le «Navi delle donne» sfidano il blocco per portare aiuti a Gaza

Secondo il quotidiano britannico «The Guardian» militanti, dottoresse e giornaliste a bordo di 2 cargo

GAZA - I volontari della «Freedom Flotilla» potrebbero avere dei nuovi emuli. Anzi, delle emule. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, una nuova spedizione con l'obiettivo di rompere il blocco di Gaza dovrebbe partire da Tripoli, in Libano, nel fine settimana. La particolarità di questa missione è che a bordo ci sarebbero soltanto donne: decine di militanti, dottoresse, giornaliste e avvocatesse, cristiane e musulmane, oltre ad alcune suore americane e alla cantante libanese May Hariri.

Le due navi della spedizione, la Mariam e la Naji-Alali, avrebbero dovuto raggiungere Gaza già diverse settimane fa. Ma la loro partenza è stata ritardata per le pressioni di Israele sul Libano. Beirut, però, avrebbe ora concesso l'autorizzazione a partire.
Le partecipanti alla missione, che si sono dette coscienti dei rischi, hanno affermato che la loro missione è «puramente umanitaria» e che non vogliono provocare Israele. «A bordo non abbiamo nemmeno dei coltelli da cucina» ha assicurato al Guardian Samar al-Haj, coordinatrice della spedizione.

Proprio oggi il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato ascoltato dalla commissione di inchiesta interna sul blitz delle forze di sicurezza, il 31 maggio, contro la 'Freedom Flotilla', decisa a rompere il blocco di Gaza e ad arrivare nella Striscia. Nove turchi furono uccisi a bordo della Mavi Marmara, abbordata in acque internazionali. Secondo il primo ministro, «Israele ha agito conformemente al diritto internazionale».

Lo scorso mese, un cargo della fondazione Gheddafi era partito dalla Grecia per portare aiuti umanitari a Gaza, per poi decidere di attraccare in Egitto.