Il governo tedesco convoca vertice per gli abusi nelle scuole
Il 23 aprile. Il Vescovo Ackermann:«Accogliamo l'iniziativa con favore»
BERLINO - Quando ormai è chiara la vastità dello scandalo degli abusi sessuali nelle scuole in Germania, il governo ha deciso di scendere in campo: il ministro della Famiglia tedesco, Kristina Schroeder, e dell'istruzione, Annette Schavan, hanno convocato per il prossimo 23 aprile una «tavola rotonda» alla quale sono stati invitati i rappresentanti del sistema scolastico tedesco, presidi di istituti e convitti, delegati delle Chiese cattolica e protestante.
Il ministro della Famiglia vorrebbe riuscire a varare una procedura di intervento vincolante per le scuole da seguire nei casi di presunti abusi sessuali. Contemporaneamente dovrà essere messa in atto una campagna di sensibilizzazione rivolta ai bambini affinchè sappiano riconoscere e trovino il coraggio di denunciare eventuali approcci molesti.
Il vescovo di Treviri, Stephan Ackermann, incaricato dalla Conferenza episcopale tedesca di seguire il caso, ha detto di accogliere con favore l'iniziativa. «Noi stessi riteniamo che un incontro fra i vari attori scolastici e sociali possa essere molto utile», ha dichiarato Ackermann.
Parallelamente il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Fdp) persegue l'obiettivo di organizzare un altro tavolo di discussione che si occupi dei risarcimenti alle vittime degli abusi. Alla fine di febbraio il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, aveva respinto la proposta di discutere la questione, sostenendo che il problema degli abusi non riguarda solo la chiesa cattolica. «Un tavolo pubblico - aveva detto - avrebbe poco senso».
Ma, sulla Sueddeutsche Zeitung di oggi, il ministro incalza: «E' necessario un segnale di chiarezza nei confronti delle vittime, ad esempio, una discussione sulla possibilità di risarcimenti volontari da parte dei responsabili nei casi in cui il reato sia caduto in prescrizione». Si tratterebbe di un «gesto di onestà nei confronti delle vittime», ha concluso il ministro.
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