29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Programma nucleare iraniano

L'Iran è pronto ad arricchire l'uranio. L'Aiea «inquieta»

L'ayatollah Khamenei: «pugno in bocca» all'Occidente se l'opposizione scende in piazza

TEHERAN - L'Iran ha ufficialmente informato l'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) della sua decisione di iniziare di arricchire uranio al 20 per cento a partire da oggi. Lo ha annunciato il rappresentante di Teheran presso l'organo delle Nazioni Unite sulla sicurezza nucleare, Ali Asghar Soltanieh. Il direttore dell'Aiea Yukiya Amano si è detto «inquieto» della decisione. E dall'Iran è arrivata ieri un'altra minaccia contro l'Occidente: il capo religioso iraniano l'ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato che Teheran assesterà un «pugno in bocca» a Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele se l'opposizione scenderà in piazza il prossimo 11 febbraio per il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica.

AVVIATA LA PRODUZIONE - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha ordinato domenica di avviare la produzione di uranio arricchito al 20 per cento, sconfessando quanto aveva sostenuto il 2 febbraio. All'epoca affermò che l'Iran «non aveva problemi» ad accettare di inviare il suo uranio all'estero per l'arricchimento. L'Iran aveva in precedenza rifiutato la proposta fatta dall'Aiea e sostenuta dal 'Cinque più Uno', il gruppo formato dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) più la Germania. La proposta consisteva nel trasferire il 70 per cento del suo uranio arricchito leggermente (3,5 per cento) in Russia e poi in Francia, per convertirlo in combustibile nucleare destinato ad alimentare un reattore di ricerche medica a Teheran.

I DUBBI DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE - Soltanieh non ha precisato la quantità di uranio - le riserve nazionali sono stimate in 1,8 tonnellate - che saranno interessate. L'uranio arricchito al 20 per cento fornirà il combustibile per il reattore e gli ispettori dell'Aiea potranno controllare il processo negli impianti di Natanz, ha assicurato Soltanieh. Secondo lui, la decisione presa dalla repubblica islamica deriva dalla mancata risposta delle grandi potenze «alla nostra proposta positiva e logica» sull'arricchimento.
La produzione di uranio arricchito è al centro del conflitto tra Iran e Comunità internazionale, che sospetta che Teheran cerchi di dotarsi dell'atomica. La repubblica islamica sostiene che si tratta di un programma esclusivamente civile.