28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
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Gb, scandalo rimborsi: il «giorno più buio» del Parlamento

Prime sospensioni, The Guardian: come «Mani pulite»

LONDRA - «Il giorno più buio del Parlamento» britannico: il titolo del quotidiano conservatore britannico The Times sottolinea la portata dello scandalo dei rimborsi ai deputati, che si allarga a macchia d'olio e che ha portato ieri alle prime sospensioni.

Una crisi che tocca da vicino sia il premier Gordon Brown che il leader dei Tories David Cameron, a meno di un mese dalle elezioni europee: entrambi si sono impegnati a cercare di salvare il salvabile varando codici deontologici più rigidi per deputati e Ministri, mentre sempre più a rischio è la posizione dello Speaker (presidente) della Camera dei Comuni, Michael Martin, accusato di non aver saputo gestire la situazione e che potrebbe essere oggetto di una mozione di sfiducia.

La maggior parte delle irregolarità riguarda le «seconde residenze» dei parlamentari che non risiedono a Londra, per le quali hanno diritto a generosi rimborsi sia per quel che riguarda mutui e affitti che l'arredamento.

Lo scandalo - che The Guardian paragona a «Mani pulite» - ha portato ieri alle dimissioni del deputato conservatore Andrew McKay, uno dei principali consiglieri di Cameron, che negli ultimi quattro anni aveva ottenuto 170mila sterline insieme alla moglie, la deputata Julie Kirkbride. McKay aveva definito l'abitazione della moglie come sua principale residenza, il che gli aveva permesso di ottenere i rimborsi sulla «seconda» casa che i due condividevano a Londra; Kirkbride aveva fatto esattamente il contrario, cosicché erano riusciti ad avere soldi pubblici per entrambe le abitazioni, un comportamento che Cameron ha definito «inaccettabile».

Il Labour da parte sua ha sospeso l'ex sottosegretario all'Ambiente, Elliot Morley, che aveva preteso 16.800 sterline di rimborso per un mutuo venti mesi dopo averlo estinto; nel mirino anche il sottosegretario alla Giustizia Shahid Malik, che avrebbe ottenuto 66.827 sterline (le spese più alte di qualsiasi deputato) sulla sua seconda casa dopo aver preso in affitto - a prezzi inferiori a quelli di mercato - la sua prima residenza: il che significa che riceve circa 443 sterline ogni mese dai contribuenti pagandone meno di cento di affitto.

Altri due laburisti, Lord Truscott e Lord Taylor of Blackburn, potrebbero essere sospesi dalla Camera dei Lord - si tratterebbe del primo caso dal 1642 - dopo essere stati accusati di aver offerto i loro servigi per emendare delle leggi in cambio di denaro.

La vicenda ha intaccato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni politiche: un sondaggio YouGov pubblicato dal tabloid The Sun dà i conservatori al 28% contro il 37% della scorsa settimana, mentre il Labour crolla al 19%, lo stesso livello del Partito Indipendentista britannico; molti consigli circoscrizionali (che scelgono fra i candidati proposti dai partiti) hanno già avvertito i propri rappresentanti eletti che in caso di coinvolgimento dovranno considerarsi sospesi e non potranno fare campagna elettorale per le europee.

Eroina dello scandalo è Heather Brooke, la giornalista del Guardian che con una telefonata alla camera dei Comuni diedi il via nel 2004 all'intera vicenda: all'epoca stava lavorando a un libro intitolato «Il vostro diritto a sapere», che riguardava l'utilizzo della legge sulla Libertà di Informazione, appena entrata in vigore. I silenzi e le ambiguità sulle spese - pubblicate per categorie (viaggi, seconde residenze, staff) ma non nei dettagli - la convinsero a fare appello alla legge iniziando una traversia legale finita solo alcuni mesi fa con una sentenza dell'Alta Corte che obbligava i Comuni a diffondere tutti i dati entro il dicembre del 2008.

Impegno che non solo non venne rispettato, ma che rischiò di essere vanificato da un tentativo dei deputati - appena tornati dalle vacanze di Natale - di far passare una legge che li esentasse dalla legge sulla Libertà di Informazione: la data venne spostata al luglio del 2009 ma un cdrom contenente i dati grezzi finì - non gratis, a quanto si dice - nelle mani del Daily Telegraph, che pochi giorni fa aprì il vaso di Pandora.