27 aprile 2024
Aggiornato 02:00

Battisti: «Ho paura di essere estradato»

Parlamentari brasiliani l'hanno visitato oggi a Brasilia

Cesare Battisti ha detto oggi a un gruppo di parlamentari brasiliani che l'hanno visitato in carcere a Brasilia di aver paura di essere estradato in Italia. «Temo per la mia vita» avrebbe detto l'ex-terrorista italiano, in carcere in Brasile dal marzo del 2007, alla delegazione brasiliana.

Secondo quanto riferito dal deputato Domingos Dutra, del Partito dei Lavoratori (Pt) che guidava la delegazione, «Battisti è preoccupato, perché afferma che gli agenti penitenziari italiani avrebbero redatto un manifesto contro di lui».

Dutra riferisce inoltre che Battisti considera quello del governo italiano «un comportamento discriminatorio nei suoi confronti. Si domanda perché a lui è riservato un altro trattamento rispetto ad altri accusati di reati come il suo, il cui asilo non ha scatenato la medesima reazione».

Secondo il deputato, che ha incontrato l'italiano nel carcere di Papuda insieme ad altro parlamentari, «Battisti è molto stressato, cosa comprensibile dopo più di due anni in carcere e dopo quattro mesi dalla decisione del ministero della giustizia di concedere l'asilo, ma ha speranza che il Supremo Tribunale confermi la decisione del ministro Tarso Genro. E' fiducioso, perché considera la decisione del governo brasiliana fondata su dati solidi».

Dutra ha annunciato che chiederà un'udienza pubblica congiunta della Commissione Diritti Umani della Camera e del Senato brasiliani, per verificare quanto detto oggi da Battisti e discutere il caso prima che il Supremo lo metta in agenda. «Vorremmo che all'udienza partecipassero giuristi brasiliani, intellettuali italiani e persone che si trovavano nella condizione di Battisti e che hanno ottenuto l'asilo in Brasile» ha annunciato Dutra.

Il supremo Tribunale Federale non ha per ora confermato quando sarà giudicato il caso dell'ex-appartenenete ai Pac (Proletari Armati per il Comunismo).

Secondo il deputato Dutra il caso dell'italiano potrebbe entrare nell'agenda del Supremo nei prossimi trenta giorni.