26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Finanza

Mutui a tasso fisso, variabile e misto: quali sono le differenze

ll mutuo è il finanziamento più importante che si possa chiedere ad un istituto di credito. Ci sono diverse tipologie di mutuo, alcune delle quali possono essere garantite da ipoteca.

Mutui
Mutui Foto: Pixabay

Il mutuo è il finanziamento più importante che si possa chiedere ad un istituto di credito. Valutando un mutuo, un richiedente si impegna a rimborsare una determinata cifra alla banca, in rate mensili e pagando anche degli interessi. Ci sono diverse tipologie di mutuo, alcune delle quali possono essere garantite da ipoteca.

Gli interessi rappresentano un elemento che incide fortemente sull’importo complessivo di un mutuo ed è possibile scegliere tra diverse tipologie di tasso di interesse. I principali tassi di interesse applicati sui prestiti di lunga durata sono il tasso fisso e variabile, a cui si accompagna una terza tipologia denominata tasso misto.

In questo articolo andremo a vedere quali sono le caratteristiche dei mutui a tasso fisso, variabile o con tasso misto.

Mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile: le caratteristiche

I mutui a tasso fisso sono dei prestiti caratterizzati da una rata mensile costante, che non cambia mai per tutta la durata del piano di ammortamento. Al contrario, il tasso variabile è una tipologia di interesse che causa un cambiamento continuo delle rate e viene calcolato in base al valore del tasso di mercato di riferimento.

Il tasso misto, invece, è una tipologia di tasso che unisce le caratteristiche del tasso fisso e di quello variabile. Un mutuo a tasso misto può iniziare con un tasso fisso e diventare variabile nel corso del tempo, oppure può essere con un tasso variabile che non può superare un tetto massimo (cap), in questo caso il tasso variabile diventa tasso fisso.

Il tasso di interesse di un mutuo prende il nome di tasso annuo nominale (TAN) che per i mutui fissi è dato dallo spread e dall’IRS (Interest Rate Swap), mentre per i mutui variabili dall’Euribor o dal tasso Bce.

L’IRS è il parametro di mercato che definisce i mutui fissi e si sceglie con scadenza uguale o vicina alla durata del mutuo. Si tratta di un contratto finanziario che consiste in uno scambio di denaro e scadenze tra due banche che fissano un tasso di interesse da pagare al momento dello scambio.

Il Tasso BCE, invece, è il tasso di riferimento del mercato dell’eurozona, che viene definito dalla Banca Centrale Europea una volta al mese e rappresenta il tasso a cui la banca centrale fa prestiti alle banche dell’eurozona.

L’Euribor è il parametro con cui è possibile definire i mutui a tasso variabile e rappresenta il tasso di riferimento quando due banche si scambiano denaro nel breve termine. L’Euribor può avere una scadenza compresa tra una settimana e un anno, per questo motivo i mutui a tasso variabile utilizzano valori dell’Euribor della durata di 1, 3 o 6 mesi.

Mutui a tasso fisso, variabile e misto: le differenze

La stipula dei mutui a tasso fisso comporta la scelta e la valuta degli interessi al momento della stipula del contratto e questi non cambiano per tutta la durata del finanziamento. Per questo motivo, in genere, il tasso fisso è più alto rispetto al tasso variabile, ma assicura una maggiore sicurezza perché non è soggetto alle variazioni del mercato.

Al contrario, i mutui a tasso variabile cambiano in base all’andamento del mercato finanziario, più precisamente in base alle variazioni dell’Euribor o del tasso BCE. Quando quest’ultimo aumenta, anche la rata mensile dei mutui aumenta e viceversa.

I mutui a tasso misto sono proposti da numerosi istituti di credito, ad un prezzo più alto rispetto ai mutui a tasso variabile e rappresentano il giusto compromesso per chi desidera avere una rata mensile variabile, ma non eccessivamente alta e può approfittare del tetto massimo, denominato «cap», considerato come un paracadute che evita di ricevere rate troppo elevate.