Cos'è il sistema SWIFT (e chi lo controlla)
Oggi collega 11.000 tra banche istituzioni finanziarie di oltre 200 paesi ed è sottoposta alla supervisione della Banca nazionale del Belgio, «con il supporto» del G10 delle Banche centrali

Basata Bruxelles e con uffici in 26 diversi paesi, la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication - comunemente chiamata «SWIFT» - è una piattaforma globale specializzata su servizi di comunicazioni interbancarie sicure. E' stata creata nel 1973 su iniziativa di circa 200 banche di 15 Paesi, per sostituire l'allora sistema «Telex». Oggi collega 11.000 tra banche istituzioni finanziarie di oltre 200 paesi ed è sottoposta alla supervisione della Banca nazionale del Belgio, «con il supporto» del G10 delle Banche centrali.
Alle fine degli anni 70 del secolo scorso, Swift registrava volumi pari a circa 10 milioni di messaggi. Dieci anni dopo, nel 1989, il volume dei messaggi aveva raggiunto 269 milioni e il numero di istituzioni partecipanti era salito a 2.814. Dopo altri 20 anni le banche e istituzioni che usavano attivamente Swift erano salite a 9.281 e con l'esplosione delle comunicazioni elettroniche e digitali il volume dei messaggi aveva raggiunto 3,76 miliardi.
Nel 2021 la piattaforma ha trasmesso oltre 8,4 miliardi di comunicazioni, in crescita dell'11,2%: circa 42 milioni al giorno tra dati di pagamenti e bonifici, comunicazioni su titoli e comunicazioni di tesoreria.
Swift afferma di essere un sistema «neutrale e aperto» ed è registrata come Società cooperativa a responsabilità limitata sotto la giurisdizione belga. Gli azionisti-utilizzatori (circa 3.500 gruppi), su base nazionale e con un sistema ponderato per i volumi sull'uso dello stesso sistema, eleggono un Consiglio di 25 direttori indipendenti, che supervisiona la gestione. La concreta amministrazione operativa è affidata a un Comitato esecutivo composto da 7 persone che lavorano a tempo pieno nella piattaforma, dirette dall'amministratore delegato (dal 2019 Javier Pérez-Tasso).
In quanto fornitore di servizi ritenuti critici, e dai quali dipendono molti sistemi di pagamento e regolazione, che sono (loro) sottoposti a regole e vigilanza delle Banche centrali, Swift è supervisionata dal 1988 dal G10 delle Banche centrali che include Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svizzera, Svezia e anche la Bce (quindi si chiama G10 ma le istituzioni partecipanti sono 12).
Ma dal 2012 è stato creato anche un «Forum» ulteriore sulla vigilanza che include le Banche centrali di Australia, Cina, Hong Kong, India, Corea del Sud, della stessa Russia, oltre a Arabia Saudita, Singapore, Sudafrica e Turchia. Questo forum vuole essere il sistema con cui il G10 può «condividere» le informazioni sulla vigilanza con le altre Banche centrali.
La piattaforma afferma di non effettuare alcun controllo o monitoraggio dei messaggi che vengono inviati tramite essa stessa.
Quanto all'ipotesi di estrometterne la Russia, di cui stanno discutendo i paesi occidentali nell'ambito delle sanzioni adottate contro Mosca dopo l'invasione dell'Ucraina, il più recente caso analogo documentato dallo stesso Swift risale al marzo del 2012.
Allora, ricorda la piattaforma, a seguito e le sanzioni internazionali contro l'Iran era stata approvata una normativa europea che vietava ai gruppi specializzati di comunicazioni interbancarie, come la stessa Swift, di fornire servizi alle banche iraniane colpite dalle sanzioni. Sulla base delle normative belghe Swift deve ottemperare con questo tipo di regolamenti, cosa che avvenne disconnettendo dal sistema le banche iraniane colpite dalle misure.
Attualmente la Francia ha la presidenza di turno dell'Ue e il ministro delle Finanze, Bruno le Maire ha paragonato l'uso di Swift contro la Russia ad una arma (finanziaria) nucleare. Il cui uso potrebbe però innescare forti ricadute negative anche sulle forniture di gas russo all'Europa, e forse sollevare interrogativi sulla dichiarata «neutralità» della piattaforma stessa.
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