19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Impresa

Il futuro delle imprese italiane secondo Di Maio: meno tasse, 3 linee di sviluppo e il «bazooka» di Cdp

Dalle colonne de Il Sole 24 Ore il vicepremier scrive una lettera indirizzata agli imprenditori per annunciare tutte le novità del Governo

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio Foto: Ettore Ferrari ANSA

ROMA Di Maio scrive a Il Sole 24 Ore. «Egregio direttore, oggi affido alle pagine del vostro giornale una lettera aperta indirizzata a tutti gli imprenditori italiani, ai quali vorrei raccontare le misure per le imprese che sono contenute nella manovra» attacca il ministro. E Parte con alcune considerazioni di carattere generale. «Questo governo e in particolare io come ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro - dice - ha la piena coscienza dell’importanza che hanno le piccole e medie imprese per la tenuta sociale e per lo sviluppo del nostro Paese. Sono anche assolutamente consapevole del fatto che negli ultimi anni avete subito sia la crisi che la poca attenzione da parte dello Stato nel mettere a punto le soluzioni da voi richieste per poter operare nelle migliori condizioni possibili». Quello che Di Maio vorrebbe stabilire è un «metodo di confronto continuo» con i rappresentanti delle associazioni d’impresa orientato verso due fronti: da un lato il conseguimento di risultati concreti nel minor tempo possibile, dall’altro la definizione di un modello di sviluppo che guardi al futuro. Quindi risolvere nell’immediato annosi problemi delle imprese per permettere agli imprenditori di respirare e di fare gli imprenditori, non «i compilatori di scartoffie». Ma anche capire insieme qual è la direzione che deve prendere lo sviluppo dell’Italia e parlare quindi di investimenti, di export, di infrastrutture. Agire sulle emergenze e pensare al futuro.

Si inizia con l'abbassamento delle tasse
«Annuncio qui che con un emendamento al Senato in Legge di Bilancio definiamo che pagheremo, in azione congiunta con Cdp, il 50% dei debiti della PA con le imprese entro il 2019. Si tratta di circa 30 miliardi». Di Maio continua spiegando che il governo ha già iniziato a muoversi lungo queste due direttrici, attraverso le varie norme che rientrano nella manovra e anche attraverso azioni più complesse come quella annunciata da Cassa Depositi e Prestiti in occasione della presentazione del nuovo piano industriale. «Iniziamo ad abbassare le tasse». Hanno cominciato dai più piccoli mettendo un’aliquota fissa del 15% per le partite IVA e le piccole imprese fino a 65.000 euro. Parliamo di un milione di persone che lavorano ogni giorno e che «finalmente avranno più soldi in tasca e meno burocrazia». Dal 2020 verrà anche introdotta l’aliquota al 20% per piccole imprese e autonomi con redditi compresi tra i 65 mila e i 100 mila euro. Questa imposta sostituirà Irpef ed Irap, abbassando la pressione fiscale ed eliminando sia la ritenuta d’acconto che l’Iva. Altro obiettivo è abbassare «sensibilmente» l’IRES: di 9 punti, dal 24% al 15%, ed estendere questa aliquota al 15% anche ai soggetti Irpef che investono utili in beni strumentali. I contratti di lavoro che rientrano nell’agevolazione sono quelli a tempo indeterminato e determinato. Il governo vuole anche raddoppiare la deducibilità dell’IMU sui capannoni, portandola dal 20% al 40%. «Spero di portarla al 50% tra circa dieci giorni» - prosegue il vicepremier e leader M5s - quando la manovra sarà in discussione al Senato. Una misura chiesta da migliaia di imprenditori e che «ora trova davvero riscontro». La pressione fiscale dovrebbe quindi iniziare a scendere «e inizia a scendere per quelli che hanno sempre pagato di più fino ad ora, i più piccoli».

Come cambierà il costo del lavoro
Ci saranno anche novità importanti sul costo del lavoro, che è uno dei principali problemi per gli imprenditori. «Non rimanderemo più questa urgenza e entreremo a gamba tesa per ridurlo sensibilmente». Viene intanto introdotto per tutto il 2019 un super bonus sotto forma di sgravio contributivo fino a 8 mila euro annui per i datori di lavoro che assumeranno con contratti a tempo indeterminato giovani laureati o dottori di ricerca con il massimo dei voti. «Chi vuole premiare il merito sarà premiato a sua volta». Ma le buone notizie di Di Maio non finiscono qui. «Abbiamo garantito continuità agli incentivi per l’innovazione tecnologica (Impresa 4.0) prorogando al 2019 l’iper-ammortamento sugli investimenti». Viene prorogato anche per il prossimo anno il super-ammortamento per software digitali specifici, nella misura del 40%. È confermato anche Formazione 4.0 e viene previsto inoltre un voucher fino a 40.000 euro a favore delle PMI per avvalersi di un digital transformation manager.

Il decreto semplificazioni
Di Maio ribadisce a più riprese che il modo migliore di aiutare le imprese, oltre a evitare di strozzarle con la tassazione più alta d’Europa, sia «lasciarle in pace». Il decreto semplificazioni, che sarà approvato definitivamente la settimana prossima, elimina alcuni vincoli burocratici «assurdi», «buoni solo a far ingrossare il fegato a chi doveva rispettarli». Per esempio, vengono tagliati dei «balzelli» esistenti dal dopoguerra come il registro del burro e dello zucchero. Via anche il sistema Sistri che era stato introdotto con un onere anche economico a carico delle imprese, ma non ha mai funzionato. Quello che vi ho raccontato finora serve per iniziare a sistemare quello che non va. Ad intervenire sulle emergenze.

I 3 punti per il futuro: innovazione, esportazioni e infrastrutture
Ma Di Maio assicura che il governo sta pensando anche al futuro per lo sviluppo del Paese. Vogliono investire su tre filoni in particolare: un piano per l’innovazione, un piano straordinario per le esportazioni e un piano per le infrastrutture. Per l’innovazione verrà creato il primo fondo italiano per il sostegno al Venture Capital, per cui il governo prevede di investire un miliardo all’anno. L’obiettivo immediato è favorire gli investimenti in VC, quello mediato è di favorire la crescita dimensionale delle startup italiane, le più meritevoli, in modo da farle competere nello scenario globale. In particolare «vogliamo spronare i nostri giovani talenti a concentrarsi sull’intelligenza artificiale e sulla Blockchain» e per questo è stato creato un fondo ad hoc per la sperimentazione di queste tecnologie che avrà una dotazione iniziale di 15 milioni all’anno fino al 2021.

Il «bazooka» di Cassa Depositi e Prestiti
Sugli investimenti per il futuro a «dare una mano» ci sarà Cassa depositi e prestiti. Di concerto con il governo, con il suo nuovo piano industriale, ha pronto un vero e proprio «bazooka»: oltre 200 miliardi di euro di risorse per i prossimi 3 anni per sostenere i piani di rilancio del Paese. Sono soldi che, nell'ottica del governo giallo-verde, dovranno servire a rilanciare il tessuto industriale, con una forte attenzione alla crescita e allo sviluppo delle piccole e medie imprese italiane, cuore pulsante della nostra economia. Una parte di queste risorse serviranno proprio per la loro crescita in chiave innovativa e per lo sviluppo dell’export. La nuova CdP, con la governance voluta dal Governo e guidata da manager che Di Maio definisce «di successo» come Fabrizio Palermo, vuole anche focalizzare la propria azione su infrastrutture, territori e Pubblica Amministrazione.

Le infrastrutture e il DASPO ai corrotti
«Infrastrutture per me è una bellissima parola» prosegue il vicepremier. A partire dalle infrastrutture digitali che sono «le autostrade del futuro» e che sono strategiche per l’Italia così come lo furono le autostrade negli anni ’60 per lo sviluppo economico. «Sono necessarie centinaia di nuove infrastrutture in tutto il Paese e sulle quali siamo pronti a investire, come vi ho raccontato». A bloccarle spesso è «l’astrusa complessità» del Codice per gli appalti. Il governo intende intervenire anche su questo per semplificarlo "in maniera importante» tramite una legge delega, far partire cantieri e sbloccare miliardi di euro di investimenti. «Questo possiamo permetterci di farlo perché entro Natale sarà approvata in Parlamento la legge anticorruzione che contiene anche il DASPO ai corrotti, quindi impediamo a monte ai furbetti di partecipare agli appalti». Chi è condannato in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione sarà fuori da tutto. «Lasciamo spazio solo agli imprenditori onesti che non saranno più costretti a rinunciare agli appalti spaventati da codici troppo complicati».

Il tavolo permanente per le Pmi
Martedì 11 Di Maio avvierà al MISE il tavolo permanente per le piccole e medie imprese. «Quella sarà la sede per confrontarci su tutte le esigenze e richieste degli imprenditori. Penso che i nostri obiettivi siano comuni e dobbiamo trovare la strategia migliore per ottenerli. L’Italia è come una maestosa aquila che si è spezzata le zampe. Prima che torni a volare è necessario che si rimetta in piedi e ricominci innanzitutto a camminare per potersi dare lo slancio. Dopo di che potrà nuovamente spiccare il volo e raggiungere nuove vette. Se lavoriamo insieme consci delle difficoltà presto potremmo nuovamente spiccare il volo» conclude.