1 dicembre 2024
Aggiornato 18:00
4 mesi di reclusione

Ior, condannati ex dirigenti Cipriani e Tulli per riciclaggio

Gli ex dirigenti dell'Istituto per le opere di Religione sono stati condannati dalla Procura di Roma a 4 mesi e 10 giorni di reclusione, e al pagamento di un'ammenda da seimila euro

ROMA – Condannati a 4 mesi e 10 giorni di reclusione e a pagare una ammenda di seimila euro. Dopo sette anni, tra indagini e processo, sugli ex dirigenti dell'Istituto per le opere religiose, Paolo Cipriani e Massimo Tulli, si è abbattuta la scure del giudice monocratico del Tribunale di Roma, Luca Ghedini Ferri.

Condannati alla reclusione gli ex dirigenti dello Ior
Gli ex dirigenti dello Ior (Istituto per le opere di religione), Paolo Cipriani e Massimo Tulli, sono stati condannati in via definitiva a 4 mesi e 10 giorni di reclusione. Nonché al pagamento di una ammenda da seimila euro. L'ultima parola è stata quella del giudice monocratico del tribunale di Roma, Luca Ghedini Ferri, che ha inflitto la condanna. I pm Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci avevano sollecitato pene più pesanti (un anno per Cipriani e dieci mesi per Tulli).

Hanno violato la normativa antiriciclaggio
Cipriani e Tulli sono stati condannati per aver violato nel 2010, in tre distinte circostanze, la normativa in materia di antiriciclaggio. In particolare, hanno omesso di fornire alla Jp Morgan «informazioni sullo scopo e sulla natura» di tre operazioni bancarie differenti ma concentrate nello stesso anno, e riferite al trasferimento di 120mila, 48mila e 100mila euro. I due condannati hanno comunque ottenuto la sospensione della pena e le attenuanti generiche. Sono stati invece assolti da altre sei accuse, come il trasferimento di 23 milioni di euro da una filiale del Credito Artigiano alla Banca del Fucino e alla JP Morgan Frankfurt.

Bonifici sospetti da 50mila a 120mila euro
Alla prima sarebbero arrivati 3 milioni di euro, alla secondo circa 20 milioni di euro. Il denaro venne inizialmente posto sotto sequestro e poi restituito allo Ior nell'estate del 2011. A scoprire per prima le operazioni sospette degli ex dirigenti dell'Istituto Opere di Religione fu la Banca d'Italia durante le sue ispezioni, che le segnalò alla Procura di Roma. Durante l'inchiesta aperta di lì a poco vennero alla luce diverse irregolarità che sono state identificate come oggetto di condanna. Alcuni bonifici di vari importi, a partire dai 50mila euro fino ad arrivare a 120mila euro.