24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
La decisione dopo oltre due ore di Camera di Consiglio

Jobs act, perché la Consulta ha bocciato il referendum sull'articolo 18

La Consulta ha bocciato il referendum proposto dalla Cgil sull'articolo 18, mentre ha detto sì ai referendum sulla cancellazione dei voucher e sulla responsabilità solidale

ROMA - La Consulta ha bocciato il referendum proposto dalla Cgil sull'articolo 18. Lo hanno deciso i giudici della Corte Costituzionale riuniti in Camera di Consiglio per oltre due ore. La Cgil, nel quesito, chiedeva, una «nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti».

Il quesito sull'art.18
Il quesito proposto dalla Cgil ampliava il raggio di applicazione dell'articolo 18, dal momento che chiedeva di estenderlo alle imprese con più di cinque addetti. Prima delle nuove regole introdotte dal Jobs Act, infatti, il reintegro era limitato alle aziende con più di 15 dipendenti. Il Jobs act ha superato definitivamente l'articolo 18 e ha sostituito il diritto al reintegro con un indennizzo economico in caso di licenziamento senza giusta causa. La riforma si applica ai contratti di lavoro stipulati dopo il 7 marzo 2015 e non riguarda gli statali.

Sì ai referendum su voucher e su appalti 
La Consulta dice invece sì ai referendum proposti dalla Cgil sulla cancellazione dei voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti. La decisione dei giudici della Corte Costituzionale è arrivata dopo una riunione durata oltre due ore. Ammessi, dunque, due quesiti referendari su tre. Il quesito sui voucher, promosso dalla Cgil, chiede l'abrogazione del decreto legislativo 15 giugno 2015 n.81 (uno dei decreti applicativi del Jobs Act) che prevede un'ampia applicazione dei buoni lavoro da 10 euro lordi, inizialmente introdotti per il solo settore agrario e poi gradualmente estesi ad altri settori produttivi.

Responsabilità solidale
Il quesito sugli appalti interviene invece sulla legge Biagi del 2003, che aveva cancellato la responsabilità solidale della prima società appaltante nei confronti di quella sub appaltatrice. L'abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti, nelle intenzioni della Cgil, punta a «difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando loro tutela dell'occupazione nei casi di cambi d'appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo».

Il commento di Susanna Camusso
La Cgil è pronta a ricorrere alla corte europea dopo il no della Consulta al quesito referendario per il ripristino dell'articolo 18. «Valutiamo tutte le possibili iniziative, compresa quella di ricorrere alla corte europea per ripristinare i diritti contro i licenziamenti», ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso durante la conferenza stampa convocata dopo il verdetto della Consulta. «Avviamo da oggi la campagna elettorale e chiederemo tutti i giorni al governo di fissare la data in cui si vota» per i due referendum ammessi dalla Consulta, quello sull'abolizione dei voucher e l'altro sul ripristino della responsabilità solidale piena in tema di appalti, ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, in una conferenza stampa dopo la decisione della Consulta di ammissibilità dei due referendum promossi dalla Cgil.