19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
un'anomalia italiana

Sofferenze bancarie, Cgia: «L'80% si deve ai migliori clienti»

L'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre riguarda i crediti deteriorati. Secondo Paolo Zabeo i grandi gruppi societari "fanno il bello e il cattivo tempo" e un vero e proprio trattamento di favore è riservato alle grandi imprese

ROMA - L'80 per cento delle sofferenze bancarie è determinato dai grandi gruppi societari, ovvero quelli che sono considerati i migliori clienti e rappresentano il 10% degli affidati. E' quanto sostiene l'Ufficio studi della Cgia.

L'allarme lanciato dalla Cgia
Il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, osserva che il nostro sistema creditizio «è molto polarizzato». La migliore clientela, pari al 10 per cento del totale, riceve ben l'80 per cento di tutti gli impieghi erogati dalle banche. Mentre al restante 90 per cento viene erogato solo il 20 per cento del totale dei prestiti. Ma a differenza di quanto ci si dovrebbe attendere, le sofferenze si annidano in grandissima parte tra la migliore clientela.

Chi fa il bello e il cattivo tempo
Al primo 10 per cento, infatti, è riconducibile l'81 per cento del totale delle sofferenze. In buona sostanza questo primo 10 per cento di affidati - costituito quasi esclusivamente da grandi aziende, grandi famiglie e gruppi societari - «fa il bello e il cattivo tempo» nei rapporti con le banche. «Sfrutta il suo potere negoziale per ottenere gli impieghi», ma «essendo poco solvibile, fa pagare il conto agli altri» che, malgrado siano buoni pagatori e costituiscano la stragrande maggioranza della clientela, si sono visti ridurre drasticamente l'offerta creditizia.

Un trattamento di favore riservato alle grandi imprese
In altre parole «gli artigiani, i negozianti, le piccole imprese a conduzione familiare e in generale tutto il popolo delle partite Iva sono sempre più a corto di liquidità», mentre alle poche grandi imprese presenti nel paese viene riservato - sottolinea Zabeo - «un trattamento di favore del tutto ingiustificato». Si tratta di «un'anomalia presente solo in Italia che i nostri organismi di controllo del credito dovrebbero avere il coraggio di denunciare».

I grandi gruppi del Nord sono i più virtuosi
Se guardiano al dato territoriale, al Sud il primo 10 per cento degli affidati ottiene meno credito delle rispettive fasce presenti nel resto d'Italia, ma genera una quota di sofferenze in linea con il dato medio nazionale. Al Nord, invece, le grandi imprese ottengono percentuali di credito molto alte, con livelli di affidabilità che, comunque, si allineano attorno al dato medio nazionale. In altre parole i grandi gruppi del Nord sono più «virtuosi» di quelli presenti nel Mezzogiorno, secondo la Cgia.

Le conseguenze del fallimento di Banca Marche
Al 31 marzo 2016, il 70 per cento del totale delle sofferenze erano concentrate nelle classi sopra i 500.000 euro. Come sottolinea il segretario della Cgia Renato Mason, nell'ultimo anno solo in Piemonte e in alcune regioni a Statuto speciale come la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige gli impieghi alle imprese sono aumentati. In tutte le altre realtà territoriali, invece, la riduzione è stata pesantissima. In particolar modo nelle Marche, dove il fallimento dell'istituto di credito locale ha contribuito a far crollare del 10,4 per cento gli impieghi alle imprese. Una caduta che non ha avuto eguali nel resto del paese.