19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
fatta la legge trovato l'inganno

Vitalizi parlamentari, oggi meno privilegi di ieri. Ma nella riforma del 2012 c'è una «svista» importante

I vitalizi degli ex parlamentari costano all'erario 193 milioni di euro l'anno. Ecco come sono diventati dei privilegi senza eguali e come la riforma del 2012, che li avrebbe drasticamente ridotti, è stata "arginata" con il sistema pro-rata

ROMA – Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha puntato il dito contro i vitalizi da capogiro degli ex-parlamentari italiani, proponendo di tagliarli del 40% per finanziare la flessibilità in uscita. Ecco perché le loro rendite vita natural durante sono diventate dei «privilegi» senza eguali e perché quella di Boeri ci sembra una buona idea.

I vitalizi degli ex parlamentari
I vitalizi dei parlamentari costano alle tasche dei contribuenti italiani 193 milioni di euro l'anno. Gli ex deputati e senatori in pensione percepiscono circa il doppio di quanto spetterebbe loro se si considerassero soltanto i contributi versati, perché i loro trattamenti pensionistici sono stati calcolati col sistema retributivo e non con quello contributivo. Per questa ragione, nonostante la riforma previdenziale che ha investito anche i deputati e dato una sforbiciata ai loro vitalizi, i conti della Camera ci dicono che nel 2015 i contributi versati dai deputati per le loro pensioni ammontano a sette milioni di euro, ma la stessa Camera ne ha spesi circa 140 per il loro trattamento previdenziale.

La proposta di Boeri
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha proposto di «applicare le regole del sistema contributivo oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori anche all'intera carriera contributiva dei parlamentari». Una vera e propria svolta in termini di equità ed efficienza economica che ridurrebbe del 40% la spesa per i vitalizi, portandola a «soli» a 118 milioni. E non si tratta esattamente di briciole: il risparmio sarebbe pari a circa 76 milioni di euro l'anno e porterebbe nelle casse dello Stato 760 milioni di euro nei prossimi dieci anni. Con queste cifre si potrebbe finanziare la manovra sulla flessibilità in uscita allo scopo di sbloccare il turn over generazionale.

Dai vitalizi ai privilegi
C'è anche un'altra ragione per cui sarebbe opportuno tagliare queste rendite da capogiro: hanno perso la ratio per cui erano state originariamente concepite. Oggi non sono solo un privilegio insostenibile, dal punto di vista finanziario, e insopportabile, dal punto di vista sociale, per il sistema paese nel suo complesso, ma anche una realtà anacronistica che ha perso la sua ragion d'essere. Quando vennero introdotti, nella prima legislatura della Repubblica italiana, i vitalizi degli onorevoli avevano infatti uno scopo più che condivisibile: servivano a garantire ad ogni parlamentare la libertà di svolgere il proprio mandato senza condizionamenti economici.

La riforma del 2012 e il santo «gabbato»
Con l'andare del tempo, però, il vitalizio si è trasformato in un vero e proprio privilegio, sempre più generoso per quanto riguardava l'importo dell'assegno: secondo i calcoli effettuati da Emilio Rocca, economista dell'Istituto Bruno Leoni, le rendite incassate dai vecchi deputati e senatori italiani oggi superano di oltre il 500% gli accantonamenti contributivi effettuati. Non più un vitalizio, dunque, ma un privilegio a tutti gli effetti. Dal 1° gennaio 2012 le pensioni dei parlamentari sono state ridotte: ora gli assegni vengono calcolati con il metodo contributivo, come avviene per tutti gli altri lavoratori. Peccato, però, che sia stato «dimenticato» un dettaglio non indifferente: le nuove regole si applicano con il sistema pro-rata, valgono cioè soltanto per la parte di pensione maturata dopo il 31 dicembre 2011. Questo significa che chi era già in Parlamento prima della riforma ha maturato il diritto a percepire una quota consistente del vitalizio calcolata ancora con le vecchie regole (ben più vantaggiose) e non con quelle nuove. Fatta la legge trovato l'inganno. Anche alla luce di questo dato quella di Boeri di sembra davvero una buona proposta.