20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
ecco le stime preliminari

Inflazione, Istat: a marzo il carrello della spesa scende dello 0,3%

L'Italia è ancora in deflazione, con i prezzi che segnano un calo dello 0,2% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (era -0,3% a febbraio)

L'Italia è ancora in deflazione.
L'Italia è ancora in deflazione. Foto: Shutterstock

ROMA - A marzo i prezzi del "carrello della spesa" diminuiscono dello 0,1% rispetto a febbraio e dello 0,3% su base annua. E' quanto emerge dai dati provvisori dell'Istat.

L'Italia è ancora in deflazione
L'Italia è ancora in deflazione a marzo, con i prezzi che segnano un calo dello 0,2% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (era -0,3% a febbraio). Su base mensile invece, dopo due cali consecutivi, l'inflazione segna un +0,2%. Lo comunica l'Istat nelle stime preliminari. L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio).

I fattori che influenzano il calo dei prezzi
La persistenza del calo tendenziale dei prezzi - spiega l'Istat - risente dell'ulteriore flessione dei prodotti energetici e in particolare gli energetici non regolamentati (-11,2%, da -8,5% del mese precedente), pur in presenza dell'inversione della tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e di altri lievi segnali di ripresa registrati dai prezzi di alcune tipologie di prodotto (Alimentari non lavorati, Beni durevoli e semidurevoli, Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona), che hanno contribuito, però, solamente a ridurre l'ampiezza della flessione dell'indice generale.

Il differenziale inflazionistico aumenta di 5 decimi di punto
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'"inflazione di fondo" sale a +0,6% (da +0,5% di febbraio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,4% (era +0,3% il mese precedente). Rispetto a marzo 2015, i prezzi dei beni registrano un'accentuazione della flessione (-1,0%, da -0,7% di febbraio) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera (+0,7%, da +0,5% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a febbraio 2016 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di cinque decimi di punto percentuale.

Il rialzo congiunturale è dovuto alla fine dei saldi
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a febbraio e dello 0,3% su base annua (da -0,4% del mese precedente). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e diminuiscono dell'1,1% in termini tendenziali (era -0,8% il mese precedente). Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 2% su base mensile mentre diminuisce dello 0,3% su base annua (era -0,2% a febbraio). Il rialzo congiunturale è in larga parte dovuto alla fine dei saldi invernali, di cui il Nic non tiene conto.