28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
l'appello del presidente dell'Aiip

Terrorismo, il money transfer potrebbe finanziare l'Isis. Ecco perché

Il Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica, Prof. Maurizio Pimpinella, lancia un appello importante sulla attuale situazione dei Money Transfer

ROMA - «Come già diceva il Magistrato Giovanni Falcone con la famosa massima «Follow the money», è molto importante seguire il percorso che il denaro fa. All’epoca, Falcone si riferiva alle varie girate degli assegni, oggi invece dovremmo sapere, in particolar modo nel caso dei Money Transfer,  da chi e da dove parte il denaro  e soprattutto a chi arriva, oltre all’importo, naturalmente. Il contrasto al terrorismo deve obbligatoriamente seguire l’odore dei soldi e la tracciabilità è quindi il requisito fondamentale per sconfiggere il finanziamento delle cellule terroristiche, che spesso utilizzano fittizie società di copertura per nascondere le somme a loro destinate": a parlare è il Prof. Maurizio Pimpinella e la tua tesi è piuttosto interessante di questi tempi.  

A Parma sono stati spediti 288mila euro verso gli Emirati Arabi
Il Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica prosegue: «Purtroppo, visti i recenti avvenimenti, non sono più sufficienti le segnalazioni degli Istituti di Credito, dei professionisti e degli intermediari finanziari sui flussi sospetti: è necessario che tutto sia monitorato dall’inizio dell’operazione al suo compimento, registrando i flussi in entrata e trasferendo le somme stabilite unicamente mediante l’uso di carte di pagamento o di bonifici. Nel 2014 la Guardia di Finanza di Parma e Reggio Emilia ha aperto un’indagine, insospettita dal fatto che da Parma fossero stati spediti 288mila euro verso gli Emirati Arabi, nonostante in città non fosse censito nessun cittadino arabo. Pur tenendo conto che in molti sportelli il limite di trasferimento di 999 euro a settimana viene aggirato con facilità, per  arrivare a 288mila euro ci vorrebbero più di cinque persone che ogni settimana inviino questa somma negli Emirati».

In un anno 15 miliardi di euro hanno preso il volo verso l'estero
Lo status quo attuale, dunque, non solo solleva inquietanti interrogativi, ma ci espone a pericoli concreti. «Nello scorso anno dai money transfer italiani sono stati inviati complessivamente verso l’estero circa 15 miliardi di euro in base alle stime di Banca Mondiale. Il rischio che, quindi,  alle spalle di queste operazioni ci sia un’organizzazione terroristica non può essere sottovalutato e per questo, a mio avviso, l’unica soluzione è bloccare immediatamente  l’operatività di tutti quei soggetti non controllati direttamente dalle Istituzioni italiane.  La normativa europea va rivista immediatamente, perché ormai anche la banca mondiale ha perso il controllo su queste operazioni. Il 13 novembre sarà purtroppo una data memorabile come l’11 settembre, a seguito della quale tutto cambierà. Non bisognerebbe sempre arrivare alle situazioni estreme per prendere provvedimenti ma ormai dobbiamo attrezzarci e settare nuove regole e procedure per prevenire l’aggravarsi del fenomeno», conclude Pimpinella.