Tasse, «caro» novembre. Cosa bisogna sapere per evitare problemi col Fisco
Una maratona di adempimenti fiscali si concentra in questo periodo dell'anno. Ecco le date più impotanti e i consigli della redazione per affrontarli al meglio
ROMA – Novembre è un mese da incubo per le tasche degli italiani. In 30 giorni sono concentrati così tanti adempimenti fiscali da far piangere il portafoglio. Dall'Iva agli acconti Irpef, dall'Irap all'Ires: una maratona di scadenze che coinvolge tutti, cittadini e imprese, senza possibilità di deroga. Ecco allora quali sono le date da tener d'occhio per non sbagliare – evitando di incappare in pruriginosi problemi con il Fisco nostrano - e i consigli della redazione per affrontare al meglio questa raffica di pagamenti.
16 novembre: Iva e Irpef
Si parte con l'Iva e l'Irpef. Per quanto riguarda la prima, bisogna versare l'adempimento mensile di ottobre, ma anche quello del terzo trimestre 2015: luglio-settembre. Per l'Irpef, invece, vanno versati gli acconti sui redditi da lavoro dipendente, assimilati, autonomo e provvigioni di ottobre. Il secondo acconto Irpef per le persone fisiche che presentano il Modello Unico può essere invece versato entro fine mese: consiste nel versamento del 60% dell'imposta dovuta per l'anno 2014.
30 novembre: Ires e Irap
Il 30 novembre, invece, è la data da segnare sul calendario per versare il secondo acconto Ires dovuto per l'anno 2015. Idem per il secondo acconto dell'Irap, ed è anche l'ultimo giorno per presentare la domanda per aderire alla Voluntary Disclosure. Sta infatti giungendo al termine la proroga concessa dal governo Renzi. Come avete visto, le scadenze si concentrano soprattutto nella seconda parte del mese perciò c'è ancora abbastanza tempo a disposizione per provvedere ai pagamenti
Una via crucis da 31 miliardi di euro
Ma, nonostante il largo anticipo, il consiglio della redazione è quello di non ridursi all'ultimo momento, perché - a causa di un sistema fiscale frammentato e nebuloso - in Italia il pagamento delle tasse può diventare una vera e propria via crucis. Lo sanno bene quanti devono affrontare le code agli sportelli, le ore dal commercialista o quelle che occorrono per compilare la modulistica di propria mano. L'Ufficio studi della Cgia ha stimato che nel nostro paese occorrono ben 34 giorni lavorativi per pagare le tasse. La media dell'area euro è di circa 20 giorni. Un'inefficienza strutturale, quella della burocrazia italiana, che alle imprese nostrane costa quasi 31 miliardi di euro l'anno.
Quanto valgono le imposte dei contribuenti italiani?
Ma quanto pagheranno gli italiani in queste due settimane? Sempre secondo il centro studi della Cgia, usciranno dalle tasche di imprese e cittadini oltre 53 miliardi di euro. L'imposta più onerosa è certamente l'Iva, che da sola vale 12,3 miliardi di euro. Se invece consideriamo tutto l'anno 2015 i dati sono proprio da capogiro: ciascun italiano pagherà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, un importo che raggiungerà i 12 mila euro pro-capite se consideriamo anche i contributi previdenziali. E' doveroso sottolineare al riguardo che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di ben 76 punti percentuali: un dato assai significativo, perché ben più alto dell'inflazione che è salita «solo» del 47%. La nostra pressione fiscale si conferma quindi tra le più elevate dell'area euro (la terza più elevata, per esattezza, subito dopo Finlandia e Belgio). Un triste primato per il nostro portafoglio, ma non ci rimane che mettersi in fila allo sportello e tener d'occhio le date cerchiate di rosso sul calendario per non sbagliare.
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