Volkswagen fa impallidire la Merkel e imbarazzare il CEO Mueller
Il governo tedesco non nasconde l'irritazione per i nuovi sviluppi dello scandalo Volkswagen sulle emissioni. Il titolo oggi alla Borsa di Francoforte è tornato oggetto di vendite insistenti con un crollo del 9% che porta i corsi a 101 euro, quasi il 40% in meno rispetto ai livelli precedenti lo scandalo.
BERLINO - Il governo tedesco non nasconde l'irritazione per i nuovi sviluppi dello scandalo Volkswagen sulle emissioni. Il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha usato parole chiare all'indirizzo della casa di Wolfsburg. «Il governo ritiene che le accuse siano serie e Volkswagen ha il dovere della massima trasparenza e di fare piena luce. Volkswagen lo ha promesso» ha detto il portavoce Steffen Seibert aggiungendo che il governo tedesco continua a ritenere che lo scandalo che h colpito la Volkswagen non pregiudicherà la reputazione tedesca.
L'invito dell'Ue
Le parole del portavoce della Merkel arrivano poco dopo la presa di posizione dell'Unione europea che sollecita Volkswagen ad accelerare l'indagine interna dopo le nuove rivelazioni che lo scandalo potrebbe riguardare anche alcune motorizzazioni a benzina. «La Commissione europea invita Volkswagen a velocizzare l'indagine interna. Abbiamo bisogno di chiarire senza ritardi quali irregolarità sono state trovate in tema di emissioni di Co2, da cosa sono state causate, quali auto sono coinvolte e quali misure Volkswagen intende adottare per rimediare», ha chiarito il portavoce della Commissione europea Lucia Caudet.
Conseguenze sui mercati e non solo
Il nuovo fronte dello scandalo Volkswagen spaventa i mercati. Il titolo oggi alla Borsa di Francoforte è tornato oggetto di vendite insistenti con un crollo del 9% che porta i corsi a 101 euro, quasi il 40% in meno rispetto ai livelli precedenti lo scandalo. La crisi sulle emissioni truccate ha portato alle dimissioni del ceo Martin Winterkorn con l'arrivo dalla Porsche di Matthias Mueller che ha avviato un profondo riassetto della casa di Wolfsburg. Manager allontanati, ridisegno della governance operativa del gruppo. Nei conti trimestrali Mueller ha accantonato 6,7 miliardi di euro per fronteggiare le campagne di richiamo che coinvolgono circa 11 milioni di veicoli. Ora però gli ultimi rilievi dell'agenzi americana Epa rischiano di provocare più di un imbarazzo. L'altro giorno l'Epa ha notificato alla Volkswagen nuove violazioni sulle emissioni che riguardano i motori diesel 3.0 litri. I veicoli coinvolti sono il suv Touareg, i modelli Audi A6 Quattro, A8 e Q5. Ma soprattutto nell'elenco c'è anche il suv Cayenne della Porsche. E Mueller dal 2010 è stato il ceo della casa tedesca di auto di lusso.
Sanzioni
L'allargamento dello scandalo comporta almeno altri 2 miliardi di euro di nuovi oneri portando a quasi 9 miliardi di euro il conto per le necessarie campagne di richiamo. Lo stesso Mueller parlando agli analisti finanziari ha confessato che al momento è impossibile una stima degli oneri legati alle possibili sanzioni. Sanzioni che potrebbero scattare anche in Europa. L'Unione europea può infliggere multe ai produttori auto in caso di mancato rispetto dei limiti sulle emissioni. A Bruxelles però sono per il momento cauti. «Per prima cosa si devono stabilire i fatti» ha chiarito il portavoce dell'esecutivo comunitario. Una giornata nera per Volkswagen. A completare la serie di notizie negative l'annuncio di una campagna di richiamo negli Stati Uniti che riguarda 91.800 auto. La causa è la possibilità di malfunzionamento del sistema frenante sui modelli Golf, Beetle e Jetta.
(Con fonte Askanews)