26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
una rivoluzione economica e sociale all'orizzonte

Smart working, legge in arrivo. Stesse regole e diritti per chi lavora da casa

Il lavoro agile esiste da tempo in Italia, ma solo a partire dalla prossima legge di stabilità arriverà una norma a disciplinarlo. E promette di essere un successo

ROMA – Il lavoro agile diventa legge. Sarà regolato da 9 articoli contenuti in un ddl collegato alla prossima legge di stabilità, e potrebbe segnare un punto di svolta nelle modalità con cui si svolge il lavoro dipendente. Non solo. Promette di essere un successo: economico, sociale ed ambientale. Ecco perché.

Che cos'è il lavoro agile
Il lavoro agile esiste da tempo in Italia, ma solo a partire dalla prossima legge di stabilità diventerà una norma disciplinata. Sarà regolamentato dai 9 articoli contenuti nel ddl proposto dal professor Maurizio Del Conte, e preparato su indicazione del governo Renzi. Se alcuni di voi si stanno chiedendo cosa sia il lavoro agile, è presto detto. E' la prestazione fornita dai lavoratori dipendenti al di fuori dei locali aziendali: si svolge direttamente da casa o in spazi di coworking. Si tratta di una forma di smart working che permette di ridurre i costi aziendali e incrementare la produttività conciliandola con le esigenze del dipendente. La legge interviene sulla materia disciplinandola con questi nuovi 9 articoli, che sono una sorta di legge-cornice in modo da lasciare spazio alla contrattazione collettiva ed individuale.

Tutti i vantaggi dello smart working
La legge riconosce per le forme di lavoro agile gli incentivi fiscali previsti per la contrattazione di secondo livello e i contratti collettivi possono integrare le nuove norme. Si tratta di un grande passo avanti nell'era digitale, che apre la strada a una nuova concezione del lavoro: fondata sulla produttività, l'efficienza e il risultato piuttosto che sulla presenza fisica in azienda del lavoratore. E non si tratta di una questione di poca rilevanza. Il lavoro agile presenta vantaggi indiscutibili. Innanzitutto quelli di natura squisitamente economica: il datore di lavoro può risparmiare i costi della sede aziendale (affitti, bollette, ecc.), ma è anche un'ottima soluzione per il lavoratore, che a sua volta risparmia i costi del mezzo di trasporto necessario per raggiungere il luogo di lavoro, per dirne una. Se immaginiamo una realtà in cui la maggior parte delle persone può lavorare da casa o in spazi di coworking, i benefici per l'ambiente inoltre sarebbero considerevoli. L'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima che con il lavoro agile l'Italia potrebbe risparmiare 37 miliardi di euro l'anno, l’introduzione del telelavoro e il conseguente calo degli spostamenti possono produrre 4 miliardi di euro di risparmi economici per i cittadini e una riduzione di 1,5 milioni di tonnellate l’anno di emissioni di CO2.

Chi lo utilizza
Per ora ad utilizzare il lavoro agile sono prevalentemente aziende di servizi, ma questo tipo di esperienze sta contaminando anche altri settori: la diffusione delle stampanti 3D, ad esempio, implica una disarticolazione del ciclo produttivo stanziale perfettamente compatibile con questa modalità di lavoro dipendente. Oggi Vodafone Italia è al primo posto tra le aziende che usano lo smart working: per un giorno a settimana sono stati coinvolti nel 2014 2.300 dipendenti. E il giudizio sui risultati dell'esperimento è stato molto positivo. Anche l'ISTAT ha scelto questa strada, permettendo ad alcune donne con figli a carico e un part-time in corso di lavorare direttamente da casa. Molte realtà imprenditoriali in Italia stanno andando in questa direzione: il coworking, con 349 spazi sparsi in tutta la penisola (88 dei quali solo a Milano) ormai non parla più solo al freelance, al libero professionista, alle startup o alle microimprese, ma anche a realtà più grandi e strutturate.

Siamo pronti per questa opportunità?
Ma l’Italia, paese di piccole e medie imprese e di assenteismo selvaggio, è davvero pronta per recepire un’opportunità del genere? Questo genere di dubbi e perplessità si sollevano legittimamente nel paese dei «fannulloni». Tuttavia, c'è un dato che sembra incontrovertibile e che ci incoraggia a rispondere positivamente al quesito proposto. Il lavoro agile responsabilizza il dipendente: gli concede maggiore flessibilità e autonomia, ma allo stesso tempo permette di controllare la sua produttività. Il dipendente, in questo modo, non solo lavora di più: ma lavora anche meglio. Molti studi dimostrano, infatti, che le perdite di tempo più significative (quelle che penalizzano maggiormente le performance aziendali) si concentrano all'interno dell'ufficio, magari approfittando di una prolungata pausa caffè con i colleghi o di un ozio non giustificato, comodamente seduti alla propria scrivania. Perciò, anche se si tratta di una strada complessa, vale la pena seguirla e i dati sono incoraggianti: secondo l’ultimo rapporto dell’osservatorio dedicato della School of management del Politecnico di Milano, si stanno moltiplicano le imprese che guardano in direzione dello smart working, ripensando l’orario e il luogo di lavoro in un’ottica più elastica e performante. Delle grandi aziende italiane presenti sul territorio nazionale, una su due ha il tema in agenda. Benvenuti nell'era digitale.