28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Banche e imprese dell'area sovra indebitate per 3.300 mld

Fmi lancia allarme per Paesi emergenti, a rischio di rating spazzatura

Il baricentro dei rischi finanziari dell'economia globale si sposta sempre più sui Paesi emergenti, avverte il Fondo monetario internazionale: in diversi casi potrebbero vedersi declassare i titoli di Stato fuori dalla soglia minima di sicurezza

ROMA - Il baricentro dei rischi finanziari dell'economia globale si sposta sempre più sui Paesi emergenti, avverte il Fondo monetario internazionale: in diversi casi potrebbero vedersi declassare i titoli di Stato fuori dalla soglia minima di sicurezza. In pratica, complice il contesto di calo di petrolio e materie prime, e di rallentamento della crescita, diversi Stati emergenti potrebbero finire in categoria «spazzatura». Complessivamente le banche e le imprese di queste economie sono sovra indebitate per qualcosa come 3.300 miliardi di dollari.

Area euro crisi debiti e Grecia superate
Nell'area euro la crisi dei debiti e il caso Grecia appaiono superate o incanalate a soluzione, negli Stati Uniti i rischi legati alla politica monetaria ultra espansiva verranno a breve ridimensionati dall'avvio della normalizzazione della Fed. Nei mercati emergenti invece «le vulnerabilità restano elevate - afferma l'istituzione nel suo Global Financial Stability report - la propensione ad assumere rischi è caduta mentre sono aumentati i rischi di mercato e quelli legati alle liquidità». E a dispetto dei progressi compiuti da questi Paesi per attrezzarsi contro eventuali shock esterni «diverse economie chiave accusano consistenti squilibri interni e rallentamenti della crescita», si legge.

Creazione rapida di credito
Lo studio - pubblicato in occasione delle assemblee autunnali con la Banca mondiale, quest'anno a Lima, in Perù - osserva come in molte economie emergenti la risposta alla crisi globale abbia poggiato sulla rapida creazione di credito. «Questo si è tradotto con un rapido aumento del ricorso alla leva finanziaria, specialmente nei settori più legati al ciclo economico , assieme ad un aumento dell'esposizione alle valute estere». E questo binomio ha aumentato il potenziale impatto che in queste economie deriverebbe da un inasprimento delle condizioni finanziarie globali. Ora le economie emergenti si avvincinano alla conclusione di un ciclo del credito e secondo il Fmi le loro banche hanno margini patrimoniali più ridotti, mentre i prestiti deteriorati stanno aumentando e la qualità dei titoli finanziari sta peggiorando. Problemi che ad esempio le banche cinesi hanno iniziato ad affrontare «solo di recente», si legge.

Rischio rating «junck"
"Questi andamenti del settore bancario nei paesi emergenti contrastano con quelli delle economie avanzate, dove le banche hanno passato gli ultimi anni a ridurre il ricorso alla leva finanziaria, a risanare i bilanci, rafforzare i patrimoni e migliorare l'accesso ai finanziamenti»
. Per questo «a fronte di un contesto di prezzi delle materie prime in calo e crescita economica più debole, diversi titoli di Stato di Paesi emergenti rischiano di perdere l'ivestment grade nel medio periodo», afferma il Fmi (in pratica si ritroverebbero in categoria «junck», spazzatura. E la pressione sui bilanci pubblici potrebbe intensificarsi se questi Stati finiranno per essere costretti anche ad effettuare interventi in soccorso di grandi società del settore energetico o dei servizi pubblici. Il Fmi stima che attualmente nei mercati emergenti banche e imprese abbiano accumulato un sovraindebitamento complessivo (overborrowing) pari al 3.300 miliardi di dollari. E che questo già si riflette in un marcato aumento dei costi di rifinanziamento.

(con fonte Askanews)