25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
a luglio sono cresciuti dello 0,4%

Confcommercio, I consumi sono al top dal 2010

È l'aumento più alto da cinque anni a questa parte

ROMA - Consumi delle famiglie in forte ripresa. A luglio i consumi sono cresciuti dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,1% su base annua: si tratta dell'aumento tendenziale più alto degli ultimi cinque anni (dal marzo del 2010). Lo ha reso noto Confcommercio che ha diffuso l'Indicatore dei Consumi.

Il trend positivo è inequivocabile
Illustrando i dati, il direttore dell'ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che «il trend crescente è abbastanza inequivocabile. La ripresa c'è, ma ci sono elementi di criticità». In particolare «nonostante la ripresa dei consumi, i piccoli negozi continuano a soffrire». L'aumento tendenziale registrato dai consumi a luglio è frutto di un andamento positivo sia della domanda relativa ai beni (+2,3%), sia di quella per i servizi (+1,6%). Gli aumenti più significativi, in particolare, hanno riguardato i beni e servizi per la mobilità (+8,8%) e i beni e servizi per le comunicazioni (+5,1%). L'unico segmento che evidenzia ancora una diminuzione su base annua è quello relativo alla spesa per alimentari, bevande e tabacchi (-0,2%).

Sangalli: La ripresa c'é ma la prudenza è d'obbligo
«La ripresa c'è ma la prudenza è d'obbligo». Ecco perché è necessario «tagliare le tasse su imprese e famiglie» già dal 2016. A chiederlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della presentazione dell'indice dei consumi diffuso dall'associazione. «I segni meno - ha osservato Sangalli - ormai sono archiviati. C'è un risveglio dei consumi, cresciuti a luglio del 2,1%. La fiducia di imprese e famiglie è sui massimi». Secondo Sangalli, dunque «la ripresa c'è ma la prudenza è d'obbligo perché, dopo molti anni di crisi, tornare a crescere è difficile». Il numero uno di Confcommercio confida «nella realizzazione degli annunci fatti da Renzi, a partire dalla cancellazione delle clausole di salvaguardia».Due le priorità da affrontare nell'immediato: «La perdita del triste primato di una pressione fiscale tra le più alte al mondo» e «tagliare da subito la spesa pubblica improduttiva per avere le risorse necessarie per ridurre in modo generalizzato le aliquote Irpef». (Fonte askanews)