Crisi, Uil: «Per l'Emilia Romagna la ripresa non c'è»
Il segretario generale dell'Uil regionale, Giuliano Zignani, chiede alla giunta Bonaccini di fare di più
BOLOGNA (askanews) - La giunta dell'Emilia-Romagna guidata da Stefano Bonaccini deve «mettersi a correre» e «lavorare a testa bassa» perché, a differenza di altre regioni italiane, la ripresa «non è una realtà", semmai è solo «una speranza». Lo denuncia il segretario generale Uil Emilia-Romagna e Bologna, Giuliano Zignani.
Uil: L'Emilia Romagna è lontana dalla ripresa
«E' un'Emilia-Romagna frenata che non aggancia neppure un refolo di ripresa - ha spiegato Zignani -. I dati Istat e quelli Inps ci dicono che il re è nudo: la ripresa è una speranza, non una realtà». Tutto ciò «preoccupa moltissimo» la Uil Emilia-Romagna sia in termini di tenuta economica che sociale. «In tempi non sospetti e in solitaria, la Uil ha denunciato più volte la situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti». Dall'analisi dei dati del secondo trimestre 2015, ha ricordato la Uil, emerge come in regione, a fronte di una crescita rispetto allo stesso periodo 2014, si assiste ad un incremento complessivo della cassa integrazione (+20,1%) riconducibile all'ingresso di nuove aziende più o meno grandi nello stato di crisi.
La priorità della regione deve essere il lavoro
Non conforta neppure l'andamento della cassa integrazione in deroga che subisce una flessione pari all'11,7%. «Leggendo la percentuale alla luce dell'aumento complessivo della cassa integrazione - ha chiarito il segretario -, si evince come le piccolissime aziende abbiano chiuso o, quando va bene, abbiano ridotto i posti di lavoro. Con un conseguente travaso di occupati in disoccupazione. Ad avvalorare tale lettura, la riduzione di periodo del numero degli occupati e la crescita del numero dei disoccupati». Quindi «il Patto per il Lavoro è stato siglato da poco, ecco perché ora la Giunta Bonaccini deve mettersi a testa bassa e correre: investendo in fretta i milioni promessi e creando gli altrettanto annunciati posti. Lavoro, lavoro, lavoro: questa deve essere la priorità della Regione».
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