17 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Dopo la pubblicazione dei dati sul lavoro

Cgil: «Il Governo enfatizza un risultato che non c'è»

Il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, accusa l'Esecutivo di fare solo della propaganda

ROMA (askanews) - «Il Governo enfatizza un risultato molto al di sotto delle aspettative vista la quantità di risorse date alle imprese per sostenere il tempo indeterminato che rappresenta, comunque, meno di un nuovo contratto su cinque. Continua invece a crescere il tempo determinato che dopo la riforma Poletti che lo ha liberalizzato rappresenta, essendo acausale, una forma di fatto elusiva di potenziale lavoro stabile». Lo dichiara Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, commentando i dati sull'occupazione diffusi dal ministero del Lavoro.

Cgil: Nessun effetto reale sull'occupazione
«Se il Governo volesse davvero fare qualcosa di concreto per garantire diritti e occupazione - dice - dovrebbe cambiare la riforma dei contratti e anziché continuare a togliere risorse dalla fiscalità generale e dal mezzogiorno per finanziare l'esonero contributivo usi le risorse a disposizione non per finanziare indirettamente le imprese ma per creare lavoro. La propaganda ha vita breve perché l'effetto reale sull'occupazione in termini strutturali non c'è».

Uil: Le imprese non scommettono sulla continuità del lavoro
«Un dato che fa emergere la crescita quantitativa degli avviamenti al lavoro non può che essere accolto con soddisfazione. Con altrettanta schiettezza, però, va sottolineato un altro dato che può e deve preoccupare: non cresce più la quota di lavoro stabile rispetto a quello temporaneo come nei primi mesi dell'anno", sottolinea questa volta il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, commentando i dati del ministero del Lavoro su attivazioni e cessazioni dei contratti. «Ciò potrebbe indicare che le imprese non scommettono più sulla continuità del lavoro - dice - la risposta ovviamente è nella crescita, ma, anche in un sistema di incentivi tesi a ridurre il costo del lavoro, operazione da fare, però, rafforzando il salario netto e non penalizzando la condizione previdenziale dei lavoratori».