31 luglio 2025
Aggiornato 09:30
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La zattera low cost e made in Italy per produrre energia dal mare

Trasformare in elettricità il moto di onde basse ad alta frequenza, come quelle delle coste italiane, si può fare con una meccanica estremamente semplice. Lo ha dimostrato l'Enea che ha presentato a Roma il dispositivo Pewec (Pendulum Wave Energy Converter), frutto della collaborazione con il Politecnico di Torino

ROMA – Produrre energia dal mare a bassi costi, anche in presenza di onde basse ad alta frequenza come lungo le coste italiane, si può fare. Lo ha dimostrato l'Enea che ha presentato a Roma il dispositivo Pewec (Pendulum Wave Energy Converter): una specie di zattera che una volta piazzata in mare aperto genera elettricità sfruttando il beccheggio dello scafo mosso dalle onde. Per ora si tratta di un prototipo in scala 1:12 (3m x 2m x 2m) ,dal peso di 3 tonnellate, frutto della collaborazione con il Politecnico di Torino, nell’ambito dell’Accordo di programma tra ministero dello Sviluppo Economico ed ENEA sulla Ricerca di Sistema Elettrico. L’Enea e il Politecnico di Torino sono già al lavoro per la progettazione del dispositivo in scala 1:1, con una potenza nominale di 400 kW.

PERFETTO PER LE ISOLE - «Questo sistema low cost di produzione di energia dal mare è particolarmente interessante per le tante isole italiane, dove la fornitura di energia è garantita da costose e inquinanti centrali a gasolio», ha affermato Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti, durante il convegno «Energia elettrica dal mare», il sesto appuntamento del ciclo di conferenze sulla Ricerca di Sistema Elettrico durante il quale è stato presentato il prototipo. «Una decina di questi dispositivi – ha aggiunto - possono produrre energia elettrica per un paese di 3mila abitanti, contribuendo in modo significativo anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la riduzione dell’energia delle onde che si infrangono sulla costa, senza impattare in maniera significativa su flora e fauna marine». Il prototipo è «low cost perché la sua meccanica è estremamente semplice. Abbiamo tutti gli elementi necessari, potremmo realizzarlo nel giro di un anno, un anno e mezzo. Siamo quindi a caccia di finanziamenti, sarebbe sufficiente mezzo milione di euro per coprire l'ultimo miglio».

IL POTENZIALE ITALIANO - Lo sfruttamento dell’energia dalle onde presenta diversi vantaggi anche rispetto all’eolico e al fotovoltaico: un basso impatto ambientale e visivo, una minore variabilità oraria e giornaliera e una variazione stagionale favorevole, visto che il potenziale dell’energia dalle onde è più alto in inverno quando i consumi energetici sono massimi. «Con i suoi 8.000 km di coste – ha concluso Sannino – l’Italia possiede un importante potenziale di energia associata al moto ondoso, paragonabile a quello presente sulle coste orientali del Mare del Nord. La costa occidentale della Sardegna, ad esempio, ha un valore medio annuo del flusso di energia di circa 13 kW/metro, mentre quello del nord-ovest della Sicilia si aggira intorno ai 10 kW/metro».

LA MAPPA DELLE ONDE DI ENEA - Ma sfruttare l’energia del mare significa conoscere in modo dettagliato la velocità delle correnti, l’altezza delle onde e l’intensità delle maree: per questo l’Enea ha realizzato «L’Atlante del clima ondoso del Mediterraneo», la prima mappa capace di individuare in modo accurato le zone più interessanti per lo sfruttamento energetico delle onde. Realizzata sempre nell’ambito dell’accordo di programma con il Mise, questa mappa permette di conoscere i valori di altezza e direzione utili a stimare l’energia ricavabile in un’area specifica e a definire la tecnologia più adatta da utilizzare, prendendo in considerazione anche le condizioni estreme a cui il generatore può essere sottoposto. Si tratta di una grande novità per un settore che finora ha stimato il potenziale energetico solo attraverso i dati di 15 boe distribuite lungo le coste italiane. Oltre a questa mappatura l’Enea ha realizzato un nuovo sistema operativo per la previsione del moto ondoso fino a cinque giorni, in grado di stimare l’energia da immettere nella rete elettrica con un dettaglio spaziale di poche centinaia di metri.