29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Sicurezza energetica

Quanto gas importiamo da Russia e Libia? Mistero

La domanda, che ha posto Andrea Causin, deputato del gruppo Area popolare (Ncd-Udc) ai ministeri dello Sviluppo economico (Mise), degli Esteri e dell'Ambiente, non è di poco conto. I due Stati sono rispettivamente il primo (45,3%) e il terzo (9,2%) Paese da cui dipendiamo per gli approvvigionamenti di metano, secondo i gli ultimi dati pubblicati dal Mise, relativi al 2013

ROMA – Quanto gas abbiamo importato lo scorso anno da Russia e Libia? La domanda, che ha posto Andrea Causin, deputato del gruppo Area popolare (Ncd-Udc) ai ministeri dello Sviluppo economico (Mise), degli Esteri e dell'Ambiente, non è di poco conto. I due Stati sono rispettivamente il primo (45,3%) e il terzo (9,2%) Paese da cui dipendiamo per gli approvvigionamenti di metano, secondo i gli ultimi dati pubblicati dal Mise, relativi al 2013.

GOVERNO PUBBLICHI DATI 2014 - Causin ha fatto notare che l'Italia non «dispone di un Piano che gli consenta l'autosufficienza energetica e, per tale motivo, importa grandi quantità di gas e petrolio da altri Paesi tra cui la Russia e la Libia nei quali, peraltro, sono in corso conflitti armati». L'onorevole ha aggiunto che la stessa Unione europea «non ha perseguito una politica di autonomia energetica e, per gli approvvigionamenti energetici, dipende in gran parte dalla Russia (circa un quarto del gas utilizzato nell'Ue)». Per questi motivi l'esponente dei Popolari ha chiesto che il governo italiano renda pubblici i dati sulla quantità di gas importato dalla Russia, il prezzo di acquisto e le società coinvolte nei rapporti bilaterali con Mosca. Inoltre «bisogna chiarire i rapporti di dipendenza energetica con la Libia, se nell'ultimo anno abbiamo acquistato gas naturale e petrolio dalla Libia o prodotti petroliferi raffinati dalla Libia e quali siano i soggetti che vendono tali prodotti e che rapporti abbiano con i due governi che attualmente sono insediati in Libia, quello di Tripoli e quello di Tobruk (le due principali fazioni in lotta nel Paese, ndr)».

RISCHIAMO DI RIMANERE A SECCO? - Interrogativi simili erano stati sollevati nei mesi scorsi dal deputato del Partito democratico Gianluca Benamati, che aveva messo in guardia il Mise sul pericolo per l'Italia di rimanere a secco di gas dal 2019, anno in cui Gazprom ha annunciato che non sarà più disponibile a inviare il gas russo in Europa attraverso l'Ucraina. A queste preoccupazioni dovrebbe arrivare una risposta dal «gruppo di lavoro per la redazione della relazione sulla situazione energetica nazionale per l'anno 2014», costituito dalla Direzione generale per la sicurezza degli approvvigionamenti e delle infrastrutture energetiche del Mise il 15 aprile 2015 e ampliato il 19 maggio scorso.