19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Il premier replica agli studenti

Renzi: «Accetto le critiche, ma sono orgoglioso di Expo »

"Siamo pronti per Expo. Finalmente. Poteva essere fatto meglio, poteva essere fatto altrove, poteva essere fatto prima: in queste ore sento moltissime critiche, come è giusto e doveroso. Però c'è e sarà molto bello". Lo ha scritto nella sua newsletter Enews il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Roma (askanews) - «Siamo pronti per Expo. Finalmente. Poteva essere fatto meglio, poteva essere fatto altrove, poteva essere fatto prima: in queste ore sento moltissime critiche, come è giusto e doveroso. Però c'è e sarà molto bello». Lo ha scritto nella sua newsletter Enews il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Renzi: Domani si parte, per primo visiterò il padiglione del Nepal
Il premier ha poi proseguito: «Abbiamo rischiato moltissimo, vista come era la situazione un anno fa. Ma adesso grazie al lavoro di migliaia di persone, coordinate dal ministro Maurizio Martina, da Beppe Sala e supportate da Raffaele Cantone, vediamo il traguardo. Che poi, come sempre, è una nuova partenza. Expo sarà una grande occasione per discutere e riflettere. Ma anche per stare bene». Quindi conclude così il capitolo Expo 2015: «Da venerdì si parte, per sei mesi: personalmente visiterò come primo padiglione quello del Nepal, per dare il segnale di vicinanza e solidarietà a quel Paese (la protezione civile sta già lavorando in loco), dove, purtroppo hanno perso la vita dei nostri connazionali. Sono curioso di leggere le vostre impressioni».

Serve coraggio alla classe politica italiana
Il premier accenna due righe anche sulla legge elettorale. «Se l'Italicum andrà in porto e il governo potrà proseguire il proprio compito, si aprirà una fase affascinante per tutti noi». Lo scrive il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla sua enews. «Finita la fase delle riforme strutturali, infatti - prosegue - la questione diventa: quale visione strategica per i prossimi vent'anni in Italia? Ne ho parlato a Pompei, ma anche a Georgetown e altrove. Questa è la sfida che culturalmente più mi intriga. Dimostrare che in questo Paese così ricco di passato possiamo costruire un futuro all'altezza della nostra storia. Ma per farlo occorre investire su innovazione, ricerca, talento. Coraggio. Il coraggio, questo è ciò che serve oggi alla classe politica italiana»