Bazoli: «Entro giugno avanzeremo delle proposte per la nuova governance»
"La commissione governance è in fase di ricognizione sui modelli di governance stranieri. Entro fine giugno faremo una o più proposte al Consiglio di Sorveglianza". Così Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, nel corso dell'assemblea degli azionisti a Torino.
Torino (askanews) - «La commissione governance è in fase di ricognizione sui modelli di governance stranieri. Entro fine giugno faremo una o più proposte al Consiglio di Sorveglianza». Così Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, nel corso dell'assemblea degli azionisti a Torino, rispondendo al presidente di Compagnia di Sanpaolo, Luca Remmert, che in assemblea aveva auspicato tempi rapidi sul cambio di governance.
Bazoli: L'attuale governance è soddisfacente, ma c'é spazio per miglioramenti
«Più volte siamo stati interpellati da Bankitalia sul tema e abbiamo sempre sostenuto che l'attuale sistema di governance è soddisfacente, ma c'è spazio per ulteriori miglioramenti o per rendere efficace la procedura rischi e l'elaborazione strategica», ha proseguito Bazoli, precisando che le «modifiche dello statuto dovranno essere sottoposte alla Bce e non più a Bankitalia». Bazoli, che presiede la commissione governance, ha precisato che sono già state tenute 10 riunioni e che di qui a fine giugno è già stato fissato un calendario di incontri. «Rispetteremo tutte le scadenze in modo da convocare una assemblea straordinaria per approvare lo statuto» in tempo utile per l'assemblea ordinaria della primavera 2016, ha detto Bazoli, concludendo: «La commissione ha fatto tesoro delle migliori esperienze estere. Stiamo rispettando gli impegni temporali presi finora. Gli esiti dell'autovalutazione hanno evidenziato la profonda e sicura adeguatezza del lavoro svolto fin qui».
Noi predilegiamo un approccio di lungo termine alla ricerca di valore
«Non mi stanco di ripetere che la causa dell'ultima crisi che ci ha attanagliato e impoverito così a lungo, la logica che ha dominato sia l'economia sia la finanza negli ultimi decenni, è stata la ricerca di profitti nel breve periodo».Lo ha sottolineato il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che intervenendo all'assemblea degli azionisti si è detto convinto del fatto che «un banchiere nel fare le sue scelte, e state sicuri che i top manager operativi della nostra banca lo fanno, se risponde alla sensibilità del valore etico e civile, sarà sempre premiato in un orizzonte di lungo termine».Bazoli ha poi riferito di aver ricevuto nei giorni scorsi una lettera dai vertici di Blackrock, azionista di Intesa Sanpaolo: «Mi ha fatto piacere perché sottolineava l'importanza di privilegiare un approccio di lungo termine alla creazione di valore, sostenendo di difficoltà di affrontare la difficile sfida per una società come la nostra, che è quella di resistere alle tensioni di breve termine del mercato».
Non siamo dipendenti dal potere politico
«Respingo il luogo comune che la nostra banca sia stata banca di sistema, se questo è un modo per insinuare che noi siamo stati dipendenti dal potere politico. No non è così, la nostra banca è sempre stata impegnatissima a fare gli interessi del Paese». Così il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, in assemblea degli azionisti, precisando : «non ho mai ricevuto pressioni politiche, salvo in un caso che fu il caso Telecom. Fu un intervento nei confronti di Banca Intesa, di Mediobanca e Generali fatto da uno dei migliori e più onesti ministri della nostra Repubblica, cioè dall'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e lo fece nel modo più corretto» ha ricordato Bazoli, sottolineando che Padoa Schioppa «ci chiese se ritenevamo di intervenire su un asset importante per il Paese», cioè Telecom. «E io dissi al board: considerate se questo è un intervento da fare, ma esclusivamente nell'ipotesi che possano esserci ritorni positivi per la banca. E così siamo intervenuti sull'equity» ha concluso.
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