«Bisogna ridurre il cuneo fiscale e combattere la disoccupazione»
Dalla commissione Lavoro del Senato arriva un parere positivo con osservazioni sul Def. In primo luogo si chiede al governo di "dare agli operatori una prospettiva credibile di copertura per l'anno in corso e di estensione anche agli anni prossimi della riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle retribuzioni nel periodo iniziale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato".
Roma (askanews) - Dalla commissione Lavoro del Senato arriva un parere positivo con osservazioni sul Def. In primo luogo si chiede al governo di «dare agli operatori una prospettiva credibile di copertura per l'anno in corso e di estensione anche agli anni prossimi della riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle retribuzioni nel periodo iniziale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato».
Deve essere istituita un'Agenzia nazionale per l'impiego
Poi, per assicurare un «funzionamento migliore del mercato del lavoro, come luogo di facile incontro fra domanda e offerta», si sollecita l'istituzione di una Agenzia nazionale per l'impiego «capace di stabilire gli standard di efficienza e gli obiettivi da raggiungere, di controllarne il raggiungimento e surrogarsi alle strutture regionali che se ne rivelino incapaci"; una «più stretta cooperazione tra Centri per l'Impiego e operatori accreditati specializzati»; una «più stretta combinazione tra le politiche passive, di sostegno del reddito dei disoccupati, con quelle attive, mirate al loro rapido reinserimento nel tessuto produttivo, anche al fine di rendere effettivo il principio di condizionalità dei trattamenti di disoccupazione ed evitare che essi producano un allungamento dei periodi di inattività delle persone stesse"; una «rapida messa a punto ed entrata in funzione del nuovo strumento del contratto di ricollocazione» con anche «l'attivazione di misure fiscali"; l'attivazione, ad opera della l'istituenda Agenzia nazionale per l'impiego, di «un sistema di rilevazione sistematica del tasso di coerenza tra formazione professionale finanziata con fondi pubblici e sbocchi occupazionali effettivi per chi ne ha fruito».
Servono politiche per i giovani, le donne e il Mezzogiorno
Inoltre, in tema di occupazione giovanile, si raccomanda l'istituzione di un servizio di orientamento scolastico e professionale, «capace di raggiungere capillarmente ogni adolescente all'uscita di ciascun ciclo di studi, oggi drammaticamente mancante nel nostro Paese»; e quanto al tasso di occupazione femminile, si raccomanda di «favorire il suo allineamento all'obiettivo di Lisbona (60 per cento, rispetto all'attuale 46 per cento) mediante una azione positiva collegata al raggiungimento di quell'obiettivo, consistente in una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile"; un primo forte intervento in questo senso «potrebbe essere dislocato nel Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione femminile è più basso».Si raccomanda infine di prevedere un «programma mirato alla promozione dell'invecchiamento attivo, mediante misure di sostegno del reddito, schemi di combinazione di lavoro parziale e parziale anticipazione della pensione, schemi di attivazione nel mercato dei servizi alle persone e alle comunità locali, nonché schemi volti al ridisegno delle mansioni, attingendo alle migliori esperienze disponibili nel panorama del centro e nord Europa. Una parte di queste misure può essere utilmente attivata anche per l'aumento del tasso di occupazione nel segmento dei portatori di disabilità non totalmente invalidanti».