29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Anche l'Opec conferma: c'è troppo greggio in commercio

Petrolio: Goldman Sachs prevede una discesa a 40 dollari al barile

Secondo la banca d'affari, il costo del West Texas intermediate (Wti), che è fluttuato tra i 54 dollari di inizio gennaio ai 49,58 odierni (con un picco negativo a 45,09 del 28 di gennaio) dopo aver perso circa il 60% del suo valore nei mesi precedenti, si limerà ancora al ribasso vista la fine dell'inverno e l'eccesso di offerta.

WASHINGTON – Nei prossimi mesi non ci sarà nessun rialzo del prezzo del petrolio: anzi tornerà a scendere verso i 40 dollari al barile, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs.

TROPPA OFFERTA E CONSUMI IN CALO - Secondo la banca d'affari, il costo del West Texas intermediate (Wti), che è fluttuato tra i 54 dollari di inizio gennaio ai 49,58 odierni (con un picco negativo a 45,09 del 28 di gennaio) dopo aver perso circa il 60 per cento del suo valore nei mesi precedenti, si limerà ancora al ribasso vista la fine dell'inverno e l'eccesso di offerta. Il calo a 40 dollari del Wti è previsto durare per almeno 6 mesi, e secondo Goldman Sachs sarà accompagnato da un dinamica ribassista anche nell'altro mercato dell'oro nero, il Brent.

OPEC, SQUILIBRIO IN OFFERTA - La previsione di una discesa dei prezzi del greggio è condivisa anche dagli operatori del settore che si aspettano discese dei prezzi al barile nelle prossime settimane, nonostante il segretario generale dell'Opec, Abdullah al-Badri, abbia recentemente spiegato che a suo dire il costo della materia prima si stabilizzerà nel secondo semestre del 2015. Il libico comunque ha sottolineato lui stesso che c'è uno squilibrio dal lato dell'offerta di petrolio (pari a 2 milioni di barili al giorno) dovuta dall'incremento di produzione da parte dei Paesi non aderenti all'Opec, che è cresciuta fino a 6 milioni di barili al giorno negli ultimi sei anni.

SOTTO I 65$ PER TUTTO L'ANNO - Goldman Sachs già a gennaio aveva previsto che l'oro nero si sarebbe mantenuto vicino ai 40 dollari nel primo semestre del 2015 (39 il Wti e 43 il Brent), mentre per l'intero anno aveva scritto che «gli scambi del Wti avverranno sicuramente sotto i 65 dollari, con costi marginali di 55 dollari per ogni barile prodotto». Secondo la banca questa situazione è nata per disincentivare gli investimenti nell'estrazione con tecnologia shale (con la quale gli Stati uniti hanno superato la loro dipendenza dalle importazioni) e riconsiderare un taglio alla produzione negata dall'Opec. «Per mantenere tutto il capitale messo da parte e limitare gli investimenti nel business dell'estrazione scistosa, crediamo che i prezzi debbano rimanere bassi più a lungo» aveva scritto Goldman nel suo report di inizio anno.