18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Turandot e inaugurazione Expo a rischio per le proteste dei lavoratori

Per la Cgil della Scala, il Primo maggio vale più dell'Expo

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia è tornato a invitare alla responsabilità i lavoratori della Scala di Milano che non intendono lavorare il Primo maggio, giornata in cui sarà in scena la Turandot per inaugurare Expo. Da Susanna Camusso, un invito a considerare la straordinarietà della situazione. Ma Paolo Puglisi, segretario Slc Cgil Milano denuncia: «Stanno forzando la mano ai lavoratori»

MILANO – Un sindaco di sinistra che chiede ai lavoratori di non celebrare il primo maggio? E’ accaduto anche questo, e precisamente nel Capoluogo lombardo, dove Giuliano Pisapia ha fatto appello alla responsabilità dei dipendenti della Scala, che dovrebbero garantire la messa in scena, proprio il primo maggio 2015, della Turandot, spettacolo inaugurale di Expo.

PISAPIA: DECISIONE DEI LAVORATORI LEGITTIMA, MA CHIEDO RESPONSABILITÀ - Il sindaco della Madonnina ha garantito di avere «pieno rispetto per una decisione dei lavoratori pienamente legittima (ndr - la scelta è volontaria), ma credo sia utile una ulteriore riflessione». Eppure, dura la reazione dei lavoratori del prestigioso Teatro, che, per ora, hanno espresso la volontà di non lavorare. Scelta, ha dichiarato il sindaco oggi a margine di una conferenza, «del tutto legittima». Ma «sappiamo tutti che il primo maggio è una giornata fondamentale anche per il lavoro e per la scuola, e quindi anche per l’uscita dalla crisi». Soprattutto se, al centro, vi è Expo, manifestazione su cui la Lombardia e l’Italia intera stanno puntando moltissimo, come motore di nuova crescita. Peccato che, secondo i lavoratori, a farne le spese siano proprio loro, per di più nel giorno tradizionalmente più sacro per la sinistra.

LA DISCUSSIONE INFURIA NELLA CGIL - Intanto, i vertici della Cgil discutono su quale linea sia meglio seguire. Graziano Gorla, della Camera del lavoro,  ritiene necessario «che in queste ore la riflessione aperta con i lavoratori e gli iscritti Cgil della Scala possa indicare una proposta che sappia coniugare la particolarità dell’evento con il non ripersi in futuro di simili situazioni». È la strada «moderata» indicata da Susanna Camusso, che si rivolge ai suoi invitandoli «a salvaguardare il calendario con la contrattazione perché non bisogna nascondersi davanti a eventi straordinari». Un modo per difendere la festa, tenendo conto che «Expo è un evento eccezionale di sviluppo e crescita del tutto irripetibile». Così come, sembra essere sottinteso, dovrà essere irripetibile anche la chiamata il Primo maggio. Dello stesso avviso, Graziella Carneri della segreteria regionale della Cgil, che ha auspicato, da parte dei lavoratori, «un ripensamento» e «una riflessione seria per andare incontro alle esigenze della città». «Il primo maggio è una data importante da sempre per i lavoratori, ma è anche vero che quest’anno è particolare, per via di Expo – ha detto la Carneri – . Certo, ci piacerebbe che si aprisse in altra data, ma la Cgil deve fare una riflessione seria per andare anche verso le esigenze della città». Di tutt’altro avviso Paolo Puglisi, segretario Slc Cgil Milano: «Già lo scorso anno il sovrintendente aveva detto che lo spettacolo sarebbe stato anticipato al 30 aprile. Non siamo mai riusciti ad intavolare una discussione in merito. Abbiamo fatto anche recentemente una riunione con i lavoratori, perché la Scala ha chiesto a tutti i dipendenti la disponibilità, anche se sa che non può comandare su questo – ha aggiunto –. Ora stanno forzando la mano ma, se i lavoratori hanno scelto di non fare la prestazione, è cosa legittima».

CISL: EVITIAMO UNA BRUTTA FIGURA INTERNAZIONALE - Dalla Cisl, appello alla responsabilità dei lavoratori, di fronte a un evento tanto importante. Queste, le parole del segretario milanese del sindacato Danilo Galvagni: «Mi auguro che prevalga il senso di responsabilità di tutte le organizzazioni sindacali e di tutti i lavoratori della Scala. Senso di responsabilità dettato anche dall’autonomia gestionale e finanziaria conquistata dal teatro milanese, che impone un’attenzione diversa, anche dei lavoratori, all’impegno messo in campo con l’obiettivo di mantenere il Piermarini ai vertici della cultura internazionale. L’appuntamento del primo maggio 2015, con l’inaugurazione di Expo Milano 2015, è del tutto eccezionale. Sarebbe grave se il primo atto di una città che ospita un evento così straordinario, coincidesse con un’agitazione tale da impedire la recita della Turandot alla Scala. L’impegno che istituzioni e parti sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali, hanno messo in campo per trasformare l’Esposizione universale in un occasione per rilanciare il lavoro sul nostro territorio, non può essere messo in discussione da una interpretazione miope di leggi e regolamenti. Il sindacato ha il dovere di concorrere alla buona riuscita di Expo, in tutti i suoi momenti, in tutte le sue manifestazioni». Insomma, ci si chiede come poter rilanciare il nostro territorio e la nostra economia, se non si è disposti a fare dei sacrifici? E come conquistarsi la credibilità internazionale se, proprio in occasione dell’inaugurazione dell’Expo, agitazioni sindacali rischiano di creare non pochi imbarazzi, mentre l’Italia avrà puntati addosso gli occhi del mondo intero? D’altronde, la prima di Turandot è legata al sì di pochi tecnici specializzati, necessari per garantire l’allestimento. Ecco perché sarà fondamentale trovare un accordo, che salvaguardi la manifestazione senza creare un precedente per i lavoratori i cui diritti devono rimanere sacrosanti. Quello che è certo, è che la strada che ci sta conducendo alla tanto attesa Esposizione 2015, di mese in mese, si è rivelata irta di ostacoli: dopo i tanti scandali giudiziari e il logo della manifestazione, dice qualcuno, copiato, mancava soltanto l’inaugurazione a rischio. Situazione che Pisapia – e, con lui, l’Italia tutta – si augura di risolvere al più presto, e senza troppe polemiche.