26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Il paese nelle sabbie mobili dal 2011

Istat: conti italiani in picchiata

L'economia italiana è in recessione, con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Ad aprile-giugno, afferma l'Istat, il Pil italiano è diminuito dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 e dello 0,2% nel confronto con gennaio-marzo.

ROMA - Il Pil italiano calerà quest'anno dello 0,3% se nel secondo semestre la crescita sarà pari a zero. Infatti, secondo l'Istat, dopo il -0,3% su base annua di aprile-giugno e il -0,2% trimestrale, per il 2014 è -0,3% la crescita 'acquisita', ovvero la variazione che si avrebbe se i due trimestri successivi fossero a crescita zero. Nel 2013, aggiunge l'istituto di statistica, il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'1,9%. Il 2013 ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi rispetto all'anno prima.

L'ECONOMIA ITALIANA È IN RECESSIONE - L'economia italiana è in recessione, con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Ad aprile-giugno, afferma l'Istat, il Pil italiano è diminuito dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 e dello 0,2% nel confronto con gennaio-marzo. Questi dati sono coerenti con il nuovo sistema di calcolo 'Sec 2010' e mostrano un peggioramento rispetto alle stime diffuse a fine agosto, che avevano come riferimento i conti in Sec 1995 e indicavano un calo del Pil dello 0,2% sia congiunturale sia su base annua. Il secondo trimestre del 2014, spiega l'istituto di statistica, ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto a gennaio-marzo sia rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel confronto col trimestre precedente, i consumi sono cresciuti dello 0,1% mentre gli investimenti fissi hanno avuto una flessione dello 0,9%. Le importazioni sono aumentate dello 0,8% e le esportazioni dell'1,1%.

NULLA LA DOMANDA NAZIONALE - La domanda nazionale, sottolinea l'Istat, al netto delle scorte ha fornito un contributo nullo alla crescita del Pil: +0,1 punti percentuali i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, -0,2 gli investimenti fissi. La dinamica delle scorte «ha contribuito negativamente alla variazione del Pil (-0,3 punti percentuali), mentre l'apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali». Nel secondo trimestre «ci sono stati andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto di tutti i settori: industria -0,5%, servizi -0,1% e agricoltura -1%. In termini tendenziali, il valore aggiunto delle costruzioni è diminuito del 2,3%, quello dell'industria in senso stretto dello 0,4%, quello dell'agricoltura dello 0,6% e quello dei servizi dello 0,1%». Ad aprile-giugno, aggiunge l'istituto di statistica, il Pil è aumentato su base trimestrale dell'1% negli Stati Uniti e dello 0,9% nel Regno Unito, è rimasto stazionario in Francia mentre in Germania ha avuto un calo dello 0,2%. Nel confronto annuo c'è stato un aumento del 3,2% nel Regno Unito, del 2,5% negli Stati Uniti, dell'1,3% in Germania e dello 0,1% in Francia.

MENO INVESTIMENTI - L'Istat spiega che la contrazione degli investimenti «è stata determinata da una flessione della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti (che include anche gli investimenti in prodotti della proprietà intellettuale) e degli investimenti in costruzioni (-1,1% per entrambe le componenti), mentre quelli in mezzi di trasporto sono cresciuti del 2,6%». La spesa delle famiglie ha segnato un aumento tendenziale dello 0,3%. In particolare, gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2,2%, quelli di beni non durevoli hanno avuto una diminuzione dello 0,9%, mentre gli acquisti di servizi sono cresciuti dell'1%. Gli investimenti fissi hanno avuto, nel complesso, una diminuzione del 2,5% su base annua.