29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
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Allarme BCE: la ripresa è già svanita

La crescita economica dell'area euro «si sta indebolendo», avverte la BCE nel suo ultimo bollettino mensile. E pur continuando ad attendere una «modesta ripresa», l'istituzione avverte che guardando al 2015 «occorre seguire con attenzione i fattori e le ipotesi principali» su cui si basano queste aspettative.

ROMA - La crescita economica dell'area euro «si sta indebolendo», avverte la Bce nel suo ultimo bollettino mensile. E pur continuando ad attendere una «modesta ripresa», l'istituzione avverte che guardando al 2015 "occorre seguire con attenzione i fattori e le ipotesi principali» su cui si basano queste aspettative. Un segnale abbastanza chiaro - che ricalca le parole usate la scorsa settimana dal presidente Mario Draghi al termine del consiglio direttivo in trasferta a Napoli - del fatto che ormai l'istituzione monetaria è meno certa delle sue previsioni, che a fine anno potrebbero quindi essere oggetto di revisioni al ribasso.

LA RIPRESA RISCHIA DI SVANIRE - Per quanto concerne l'analisi economica, «i dati delle indagini congiunturali disponibili fino a settembre confermano l'indebolimento della dinamica di crescita, pur rimanendo coerenti con una modesta espansione economica nella seconda metà dell'anno». Prevalgono i rischi di peggioramento.  «Guardando al 2015 - prosegue la Bce - continuano a sussistere le prospettive per una moderata ripresa nell'area euro; occorre tuttavia seguire con attenzione i fattori e le ipotesi principali che delineano questa valutazione». I rischi per le prospettive economiche «restano orientati al ribasso. In particolare - recita il bollettino - il recente indebolimento della dinamica di crescita, unitamente all'acuirsi dei rischi geopolitici, potrebbe ripercuotersi sul clima di fiducia e soprattutto sugli investimenti privati». Inoltre potrebbero farsi sentire «progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali nei Paesi dell'area: rappresentano un cruciale rischio al ribasso per le prospettive economiche».

GERMANIA E ITALIA LE PIÙ COLPITE - Negli ultimi mesi Eurolandia ha assistito ad un netto calo del generale clima di fiducia, rileva la Banca centrale europea citando nel suo bollettino mensile l'Economic Sentiment Indicator della Commissione europea, che monitora industria, servizi, costruzioni e commercio al dettaglio. Questa dinamica di indebolimento è stata generalizzata nei Paesi tra maggio e settembre ma nelle economie più grandi «l'Italia e la Germania hanno registrato le flessioni maggiori, seguite dalla Francia». Per contro in Spagna e Olanda la dinamica è stata meno accentuata. «Appare arduo identificare con chiarezza le ragioni del peggioramento». Secondo la Bce «è plausibile ipotizzare che l'impatto della crisi in Ucraina e l'incertezza circa l'attuazione di riforme strutturali aiutino a spiegare il deterioramento del clima economico. L'importanza di questi fattori, tuttavia, sembra differire tra paesi».