23 aprile 2024
Aggiornato 21:00
La crisi italiana

L'ISTAT gela Renzi: nessun segnale di ripresa

«Il recupero della crescita economica si annuncia più difficile di quanto prospettato. I segnali provenienti dalle famiglie e dalle imprese sembrano delineare una fase di sostanziale stagnazione dell'attività economica anche se emergono alcuni segnali positivi sull'occupazione». E' quanto si legge nella nota mensile dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana.

ROMA - «Il recupero della crescita economica si annuncia più difficile di quanto prospettato. I segnali provenienti dalle famiglie e dalle imprese sembrano delineare una fase di sostanziale stagnazione dell'attività economica anche se emergono alcuni segnali positivi sull'occupazione». E' quanto si legge nella nota mensile dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana.

«Tra le imprese, a luglio è aumentata la fiducia nelle costruzioni e nei servizi mentre si è mantenuta stabile nella manifattura. La fiducia delle famiglie è risultata invece in diminuzione, influenzata dai giudizi sull'andamento attuale e futuro dell'economia italiana. La minor vivacità della domanda estera potrebbe costituire un ulteriore elemento di freno per la ripresa», sottolinea l'Istituto.

Negli ultimi mesi, scrive l'Istat, si sono intensificati i segnali di difficoltà nell'avvio della ripresa. Le famiglie, «colpite dalla crisi e dalle implicazioni di necessari aggiustamenti del bilancio familiare, si mantengono ancora caute nelle decisioni tra consumo e risparmio. Il sistema delle imprese continua a risentire negativamente dalla debolezza delle condizioni interne di domanda e del non brillante andamento della domanda estera».

Tenendo conto delle informazioni più recenti, nel secondo trimestre l'attività produttiva dell'industria (al netto delle costruzioni) risulterebbe, in base al modello di previsione mensile, moderatamente negativa. L'attuale fase di debolezza del ciclo produttivo dovrebbe proseguire nel terzo trimestre come indicato dall'indicatore composito anticipatore , costruito a partire da un insieme di variabili (qualitative, quantitative) selezionate in base alla capacità di anticipare le fasi del ciclo economico (in media di circa 3-5 mesi). Tale indicatore, aggiornato a giugno, appare in lieve rallentamento.

Tuttavia la spesa in beni capitali potrebbe essere favorita nella seconda metà dell'anno dal miglioramento delle condizioni di liquidità delle imprese e dalle operazioni di rifinanziamento a tasso agevolato annunciate dal consiglio direttivo della BCE a giugno (Targeted Long-Term Refinancing Operations). Queste potrebbero favorire l'accesso a fonti di liquidità a medio termine per famiglie e imprese a costi più contenuti.