28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
La crisi Ucraina

C'è qualche progresso sulla questione del gas tra Russia e Ucraina?

L'ex facente funzione da primo ministro dell'Ucraina è del parere che, indipendentemente delle relazioni tra la Russia e l'Ucraina, l'economia ucraina nei prossimi anni non sarà in grado di fare a meno del gas russo, l'alternativa ad esso praticamente non esiste.

L'ex facente funzione da primo ministro dell'Ucraina è del parere che, indipendentemente delle relazioni tra la Russia e l'Ucraina, l'economia ucraina nei prossimi anni non sarà in grado di fare a meno del gas russo, l'alternativa ad esso praticamente non esiste.

Il nuovo Governo ucraino ha ora solo due opzioni: negoziare con la Russia per l'acquisto di gas a un prezzo ragionevole o ritirarsi completamente dal settore. Tutto il resto sono solo fantasie che hanno poco a che fare con l'economia reale.

L'industria consuma troppa energia - Il nuovo Governo, nella cui composizione molti dei suoi membri hanno interessi personali nel contratto del gas corrente, ora accusa la Russia di passi ostili. In realtà l'Ucraina sta raccogliendo i frutti del proprio processo decisionale.

L'assenza di una riforma seria e di sviluppi infrastrutturali nel passato ha portato l'Ucraina ad essere completamente dipendente dalle forniture energetiche estere, che invece in circostanze normali non sarebbero del tutto necessarie.

Il consumo energetico raffrontato al PIL in Ucraina è molto superiore a quello dei Paesi sviluppati dell'Europa occidentale e orientale. Ogni anno, il Paese consuma più di 40 miliardi di metri cubi di gas, di cui più di 20 è costretto ad importare. In questo caso stiamo parlando principalmente di spreco di risorse, perché anche soltanto le perdite di energia termica sono stimate al 65%, percentuale molto più elevata rispetto della media dei Paesi sviluppati.

Migliorare l'efficienza energetica risolverebbe automaticamente il problema della dipendenza gas. Tuttavia, tutti i tentativi dei Governi precedenti di risolvere questo problema si sono scontrati con forti lobbies degli oligarchi proprietari degli impianti industriali a cui non interessa l'ammodernamento degli impianti che hanno comprato a prezzi ridicoli a seguito delle privatizzazioni.

Il prezzo del gas è una questione di sopravvivenza per alcuni settori industriali - Quattro settori produttivi, metallurgia, agricoltura, mineralogia e industrie chimiche, dipendono dal volume delle forniture e dei prezzi del gas naturale. Per alcuni di loro l'aumento del prezzo a 485 dollari per mille metri cubi significherà passare a condizioni estremamente svantaggiose. Alcune attività industriali possono anche completamente fermarsi. In tali condizioni, quando la crescita è inibita da una bassa competitività dell'industria, oltre ad un PIL sostanzialmente fermo o in negativo, non servirebbe nemmeno un ritorno alle condizioni del 2013.

Uno dei più grandi consumatori di gas è il settore della metallurgia, che da sola rappresenta l'80% delle esportazioni. Tutte le aziende del settore oggi consumano circa 4 miliardi di metri cubi di gas all'anno, mentre il gas naturale nel costo di produzione finale dei prodotti incide per circa il 10%. L'incidenza del gas nel costo finale dei fertilizzanti, invece, raggiunge l'80%. Nel 2011, l'Unione dei Chimici ucraini studiò le esigenze del settore dichiarando che il consumo a pieno regime è di circa 8,3 miliardi di metri cubi all'anno, ma negli ultimi anni l'industria chimica ucraina ha sempre superato questa cifra. L'anno scorso, quasi tutte le aziende del settore dovettero sospendere la produzione per alcune settimane a causa del costo elevato del gas naturale unito ai bassi prezzi dei prodotti finali. Quest'anno quasi tutti saranno in questa situazione e non solo per alcune settimane infatti, secondo gli esperti, con il prezzo del gas a 480-500 dollari per mille metri cubi produrre fertilizzanti minerali in Ucraina non ha senso.

Il problema del costo elevato dell'industria chimica si riversa su altri settori produttivi. Soprattutto in agricoltura, dove concimi di origine chimica incidono fino al 70% del costo finale dei prodotti.

I progetti alternativi sono congelati - Parte del problema della dipendenza dal gas di importazione potrebbe essere risolto dal progetto di produzione di gas dal carbone che il governo precedente aveva varato con un prestito cinese di 3,7 miliardi dollari. Gli impianti realizzati nell'ambito del progetto potrebbero forrnire un risparmio fino a 4 miliardi di metri cubi all'anno e garantire alle miniere ucraine un nuovo sbocco di mercato per almeno 10 milioni di tonnellate di carbone lavorato. Tuttavia questo progetto è stato accantonato dalle industrie minerarie.

La strategia energetica dell'Ucraina fino al 2030, in un progetto elaborato nel luglio 2013, prevede un aumento della propria produzione di gas fino a 40-45 miliardi di metri cubi all'anno garantendo più del 90% del proprio consumo. Ma la crisi politica ha rovinato i piani.

Ci sono grandi speranze per il gas di scisto e per gli idrocarburi del Mar Nero e del Mar d'Azov.

A causa della crisi politica i progetti di produzione di gas nell'area, che coincide con le regioni in cui si trovano Kharkov, Donetsk e Lugansk, sono congelati. L'annuncio è gia stato fatto dalla società Royal Dutch Shell. Una parte considerevole del territorio sud-orientale in cui la Shell prevedeva di sviluppare la sua produzione sono situate nelle zone di Slavyansk e Kramators'k dove adesso è in corso la guerra. Attualmente, dunque, le uniche potenziali fonti di energia sono i giacimenti di gas di scisto in Ucraina occidentale, i cui progetti sono sviluppati dalla società Chevron di fronte a sfide significative nel trattare con le autorità locali.

A causa della perdita della Crimea l'Ucraina dovrà dimenticarsi degli idrocarburi del Mar Nero e del Mar d'Azov.

Tutto ciò unito all'esaurimento di alcuni giacimenti di gas naturale convenzionale e di una minore capacità produttiva di altri potrebbe presto portare ad una ulteriore riduzione di gas estratto dall'Ucraina.

La fornitura di gas inverso non è una panacea - Le misure adottate dal nuovo Governo è improbabile risolvano il problema radicalmente. Si scommette sulla diversificazione dell'approvvigionamento, la fornitura di gas inverso, piuttosto che prendere una vera e propria decisione legata alla produttività.

Il potenziale del flusso inverso del gas è considerevole, circa 15 miliardi di metri cubi l'anno, ma questo progetto rimane puramente teorico. Infatti, le prospettive di tali forniture dipenderanno in larga misura sul rapporto di Gazprom con i partner europei coinvolti e i contratti esistenti.

Il modo più ragionevole per ottenere abbastanza gas per coprire il deficit è far passare il flusso invertito attraverso la Slovacchia. Questo è un problema puramente tecnico perchè per ottenere una sufficiente quantità di gas è necessario costruire una nuova pipeline in un progetto molto costoso. Oppure si potrebbe utilizzare l'inverso "virtuale" che è improbabile che venga ben accolto da Gazprom e dai suoi partner europei, oltre ad ottenere l'effetto dell'aumento del prezzo del gas.

Il gas inverso non risolve un altro problema. Senza il flusso di gas russo il gasdotto ucraino nella sua forma attuale non ha senso. Senza la partecipazione della Russia è impossibile il funzionamento della rete interna della pipeline ucraina (GTS) anche se aumentasse la produzione di gas non convenzionale; se non c'è un aumento della produzione di gas il futuro della rete GTA è in bilico.

La fine dell'utilità della GTS può essere causata dal gasdotto South Stream, che ha molte probabilità di essere costruito nonostante la reazione negativa dell'Ucraina e di alcuni paesi dell'UE, perchè il South Stream, che può raggiungere la capacità di pilotare olltre 60 miliardi di metri cubi di gas al suo interno, può consentire alla Russia di potere fare a meno dell'Ucraina come paese di transito.

Non ci si può aspettare che l'Europa aumenti in modo esponenziale gli acquisti di gas russo per potere così caricare il gasdotto ucraino. Soprattutto a causa del confronto ucraino-russo sul gas i Paesi dell'UE stanno compiendo notevoli sforzi per diversificare le loro forniture di gas e ridurne il suo consumo. Nel giro di pochi anni la GTS ucraina potrebbe diventare completamente inutile.

Non fornisce una soluzione effettiva l'altra proposta alternativa di gas naturale liquefatto. La Turchia non concede il permesso di transito alle imbarcazioni che trasportano gas liquefatto attraverso il Bosforo, non senza ragione, in quanto lo ritiene pericoloso per l'ecologia della regione. Tutte le altre opzioni alternative richiederebbero investimenti troppo elevati .

Ucraina e Russia sono destinati a cercare una soluzione reciprocamente accettabile per il conflitto in corso. Sono convinto che in un modo o nell'altro essi lo troveranno. Le normali relazioni sono nell'interesse di entrambi i Paesi, interessi relativi soprattutto al settore del gas.