26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Auto

Peugeot Citroen diventa «franco cinese»

Assieme ai dati di bilancio, la casa automobilistica ha formalizzato il piano di aumento di capitale che sancisce l'ingresso del socio cinese Dongfeng, in parallelo e in maniera paritetica con lo Stato francese

PARIGI - Peugeot Citroen volta pagina. Assieme ai dati di bilancio, la casa automobilistica ha formalizzato il piano di aumento di capitale che sancisce l'ingresso del socio cinese Dongfeng, in parallelo e in maniera paritetica con lo Stato francese. Una operazione che mette fine al controllo da parte della dinastia Peugeot dopo oltre due secoli. Parigi comunque, come ampiamente preannunciato, in questo aumento di capitale da 3 miliardi di euro complessivi si è mossa per garantire che la maggioranza resti ampiamente nell'Esagono.

Intanto la Borsa ha accolto favorevolmente le novità. Che oltre al riassetto azionario vedono le perdite di bilancio del gruppo Psa Peugeot Citroen più che dimezzate, a 2,3 miliardi di euro nel 2013 dai 5 miliardi di un anno prima. Il fatturato totale è diminuito del 2,4 per cento a 54,1 miliardi, ma ora sul 2014 la società prevede un mercato in crescita del 2 per cento in Europa e del 10 per cento in Cina, a fronte di un meno 2 per cento in America Latina. Negli scambi di metà seduta a Parigi le azioni Peugeot si attestano al più 2,08 per cento a 12,76 euro.

Un livello superiore a quello, scontato, a cui avverrà l'ingresso di Stato e soci cinesi: 7,5 euro per azione nella misura di 800 milioni di entrambi. In questo modo sia Parigi che Dongfeng otterranno quote del 14 per cento del capitale, livello analogo a quello a cui si diluirà la partecipazione dei Peugeot attualmente al 25,4 per cento. Era dal 1810 che la famiglia controllava le sorti dell'omonimo marchio.

«L'alleanza con Dongfend è una operazione inedita che ci consentirà di giocare un ruolo di primo piano in Asia - ha affermato il direttore finanziario Jean-Baptiste de Chatillon - e al tempo stesso assicurerà al gruppi una posizione finanziaria sana e solida sul lungo termine, consentendogli di investire».

Altri 1,4 miliardi verranno raccolti in Borsa ma tramite l'opzione di sottoscrizione riservata a coloro che sono già azionisti la raccolta complessiva di nuovo capitale potrebbe raggiungere 4 miliardi di euro. Intanto il gruppo afferma di aver consumato meno liquidità del previsto, sebbene l'entità della perdita netta (2,3 mld) sia stata superiore alle attese di alcuni analisti. La società conta di fermare le perdite «al massimo nel 2016».

Infine la governance, a cominciare dalla nomina del nuovo amministratore delegato, l'attuale numero due Carlos Tavares ex di Renault che da fine marzo sostituirà Philippe Varin. Ma sul resto del Cda di quella che per volumi è la prima casa automobilistica francese ci sono ancora diverse incognite.
Secondo Le Figaro ognuno dei tre azionisti di riferimento dovrebbe avere due consiglieri, e forse di un terzo senza diritti di voto, ma al momento non ci sono nomi. E non c'è nemmeno una indicazione sul nuovo presidente del Consiglio di vigilanza, che dovrà sostituire Thierry Peugeot, salvo che dovrebbe trattarsi di una personalità indipendente rispetto a tutte e tre le parti.