16 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Made in Italy

L'Italia guida la protesta Ue contro le «etichette a semaforo» del Regno Unito

La Gran Bretagna permette di applicare bollini verdi, gialli e rossi ai prodotti alimentari per contrastare l'obesità. Il bollino però viene apposto in base a valutazioni quantitative indifferenziate, che non tengono conto del modo in cui i prodotti alimentari sono usati, spesso penalizzando i prodotti più genuini della dieta mediterranea

ROMA - Offensiva a tutto campo dell'Italia in Europa contro il sistema di etichettatura «a semaforo» che la Gran Bretagna sta applicando ai prodotti alimentari venduti nelle sue grandi catene di distribuzione, spesso penalizzando i prodotti più genuini della dieta mediterranea. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha aperto un nuovo «fronte bilaterale», scrivendo al collega britannico William Hague, mentre il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, durante il consiglio Agricoltura dell'Ue in corso oggi a Bruxelles, ha riferito di aver ottenuto il sostegno di altri cinque paesi membri (Ungheria, Bulgaria, Irlanda, Repubblica ceca e Polonia) oltre ai nove (Francia, Spagna, Cipro, Grecia, Romania, Portogallo, Lussemburgo, Slovacchia e Slovenia) che già si erano espressi a favore della posizione italiana durante il consiglio Salute del 10 dicembre scorso.

SEMAFORO «NON INTELLIGENTE» - Il «semaforo», un sistema di etichettatura volontario finalizzato alla lotta all'obesità, un fenomeno sempre più grave nel Regno Unito, avverte i consumatori del rischio che comporta l'eccesso di grassi, sale e zuccheri negli alimenti che acquistano, ma lo fa in base a valutazioni quantitative indifferenziate, che non tengono conto del modo in cui i prodotti alimentari sono usati. Per esempio, è normale bere una lattina di una bibita gassata, ma non si mette un'uguale quantità di olio sull'insalata, eppure il semaforo è rosso per la bibita (troppi zuccheri) come lo è per l'olio extravergine d'oliva (troppi grassi) perché prende come riferimento una dose massima giornaliera (daily intake) per 100 grammi di prodotto.

BONINO HA SOLLEVATO QUESTIONE - Il ministro Bonino ha scritto al collega britannico il 13 dicembre, secondo quanto hanno riferito fonti diplomatiche, in risposta a una lettera di Londra su una questione riguardante il British Council in Italia. Alla fine della lettera, secondo le fonti, Bonino ha colto l'opportunità per sollevare la questione del «semaforo» per i prodotti alimentari, sottolineando l'importanza della questione per l'Italia sul piano europeo e sollecitando l'attenzione del ministero degli Esteri britannico anche al livello dei rapporti bilaterali fra i due Paesi.

LA BATTAGLIA ITALIANA NELL'UE - De Girolamo, da parte sua, ha confermato che la battaglia continuerà con una nuova offensiva il 20 febbraio prossimo, nel consiglio Competitività dell'Ue, che si occupa delle questioni riguardanti il mercato interno. Protagonista, questa volta, sarà il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato. L'obiettivo è convincere la Commissione europea a mettere sotto esame il sistema volontario britannico, come un potenziale rischio per il mercato unico, e a ottenere che sia modificato. Il ministro delle Politiche agricole ha anche avvertito che, per aumentare la pressione su Bruxelles, potrebbe promuovere fra le imprese agroalimentari italiane un sistema, privato e volontario (le due caratteristiche per cui il «semaforo» britannico non si configura come una violazione delle norme Ue) per applicare l'etichetta 'made in Italy' che oggi l'Europa non consente di imporre per via legale.