19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Legge di stabilità

Zanonato: «Non considerare quanto è stato fatto è ingeneroso»

Il ministro allo Sviluppo economico: «Bisogna avere una visione d'insieme dei problemi da risolvere e il governo ha il compito di cercare l'equilibrio tra le varie misure. Dialogo quotidianamente e conosco bene le giuste preoccupazioni degli imprenditori»

ROMA - Il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha difeso la legge di stabilità: «Non considerare quanto è stato fatto con la legge di stabilità, che pure può essere migliorata in Parlamento, è quanto meno ingeneroso».

GOVERNO HA CORAGGIO E VINCOLI UE - Zanonato ha poi replicato dalle colonne de Il Messaggero al presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, che ha detto che le decisioni prese dal governo peccano di carenza di coraggio: «Bisogna avere una visione d'insieme dei problemi da risolvere e il governo ha il compito di cercare l'equilibrio tra le varie misure. Con Squinzi dialogo quotidianamente e conosco bene le giuste preoccupazioni degli imprenditori. In questo caso però non si trattava di avere più coraggio, bisogna sempre ricordare che ci sono delle regole europee da rispettare. Siamo aperti a proposte concrete per cambiare in meglio le misure. Nell'ambito dei vincoli europei ovviamente».

NESSUNA PORCATA IN PARLAMENTO - Poi il ministro ha rimandato al mittente l'ipotesi di «porcate in Parlamento», come prospettato da Squinzi: «Secondo me non succederà niente di grave in Parlamento, soltanto un miglioramento della legge. Che cosa può fare il Parlamento se non cercare di mettere insieme gli interessi di tutti con i vincoli del patto di stabilità?».

ABBIAMO FAVORITO CREDITO - Quanto al credito alle imprese, Zanonato ha spiegato: «Come governo abbiamo introdotto meccanismi per favorire il credito: abbiamo ampliato il fondo di garanzia, chi non è in grado di garantire, in base ai parametri delle banche, una richiesta di risorse al sistema del credito, può contare sullo stato italiano che garantisce parzialmente o in toto la richiesta di un finanziamento. Le norme che impediscono alle banche di indebitarsi sono anche a tutela dei consumatori e dei risparmiatori, bisogna tenere conto che ci sono tanti pezzi che vanno tenuti insieme».

DIFFICILE NUOVE RISORSE SU CUNEO - Sul cuneo fiscale invece, per il ministro è «difficile» che il governo riesca a trovare nuove risorse per abbatterlo, perché si dovrebbero togliere a investimenti su alcune grandi opere pubbliche:
«Mi pare difficile trovare ulteriori risorse, vorrebbe dire spostare risorse ad esempio dagli investimenti - molti miliardi - al cuneo fiscale, il che significa bloccare alcune grandi opere pubbliche».

SINDACATI INDICHINO PROPOSTE - Zanonato si è poi rivolto ai sindacati che hanno prospettato uno sciopero generale di 4 ore. A loro il ministro ha ricordato che non basta dire «non voglio avere la malattia», ma bisogna lavorare per «individuare la terapia». I sindacati quindi non possono soltanto minacciare e indire scioperi contro la legge di stabilità: «Mi piacerebbe sentire anche delle proposte», ha detto Zanonato: «Mi piacerebbe sentire anche delle proposte perché discorsi di questo tipo sono tutti interessanti e utili al dibattito, poi bisogna tradurli in proposte precise. Non basta dire 'non voglio avere la malattia' - ha aggiunto - bisogna individuare la terapia, non mi pare che l'abbiano indicata».

GRANDI COSE CON SPENDING REVIEW - In conclusione il titolare dello Sviluppo ha annunciato che attraverso la spending review che dovrà essere perseguita dall'ex esponente del Fondo monetario internazionale (Fmi), Carlo Cottarelli, si potranno fare ancora «cose molto positive».
Per il ministro si tratterà di «una manovra che non è allineata con la legge di stabilità. Verrà avanti nel corso dei prossimi mesi e proporrà una serie di riduzioni dei costi della pubblica amministrazione che noi potremo usare in diverse direzioni, per ridurre il debito, fare investimenti e ridurre le tasse. Quando si riduce la spesa pubblica - ha concluso il ministro - possiamo fare cose molto positive».