19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Nominata per evitare il fallimento

USA: Una donna contro la bancarotta

E’ Janet Yellen il nuovo capo della FED. Chi l’ha conosciuta, quale professoressa di università prestigiose come Berkeley e Harvard, o come funzionario della Federal Reserve, la descrive come una di quelle signore tutte merletti protagoniste dei gialli di Agatha Christie capaci però, al momento opportuno, di stendere al tappeto anche gli avversari più coriacei

Per la prima volta della loro storia gli americani affidano le redini della loro banca centrale ad una donna. La nomina di Janet Yellen capita, inoltre, in un momento cruciale per il paese più potente al mondo: entro pochi giorni, se il Congresso, a maggioranza repubblicana non darà il via libera al bilancio presentato da Barack Obama e non consentirà l’innalzamento del tetto fissato per contenere il debito, gli Stati Uniti dovranno dichiarare fallimento e tutta la macchina statale dovrà bloccarsi per mancanza di fondi, con le conseguenze che è facile immaginare.

L’America, finora ostinatamente maschilista quando si tratta di parlare di finanza e di quattrini, nel momento del pericolo, con la spada di Damocle di un default annunciato se non si risolve il braccio di ferro fra i repubblicani e la Casa Bianca sulla sanità garantita anche ai poveracci, si affida ad una donna di 67 anni dall’aspetto di una dolce nonna.

Nessuno si lasci ingannare dall’apparenza di Janet Yellen. Chi l’ha conosciuta, quale professoressa di università prestigiose come Berkeley e Harvard, o come funzionario della Federal Reserve, la descrive come una di quelle signore tutte merletti protagoniste dei gialli di Agatha Christie capaci però, al momento opportuno, di stendere al tappeto anche gli avversari più coriacei.

Le ragioni per le quali Obama ha deciso di mettersi nelle sue mani in un momento così difficile per lui sono facilmente rintracciabili nella carriera della Yellen. Il nuovo capo della Fed dal 2009 in poi non ha sbagliato una previsione e per questa sua capacità di sapere guardare lucidamente nella palla di vetro dell’economia era stata scelta come vice da Ben Bernanke, dal quale ora si accinge a ricevere in eredità il posto di comando.
Yanet Yellen , quando ancora la Borsa degli Stati Uniti viaggiava a cavallo delle bolle speculative, fu l’unica a cercare di sbarrare il passo ad Alan Greenspan, che allora era adorato dai mercati come un dio, affinché raffreddasse, con un rialzo dei tassi di interesse, la febbre dei rialzi. Greenspan non l’ascolto e le conseguenze dello tsunami provocato dalla sua presunzione le stiamo ancora pagando tutti.

La dolce signora dotata di potenti artigli che oggi guida la Fed, qualora riuscisse a sbrogliare la matasse dal fallimento che incombe sul suo paese, è attesa da un altro appuntamento forse anche più pericoloso, manovrare la liquidità della banca centrate affinché il pompaggio di dollari finora immesso nel sistema per superare la crisi non si risolva nel tempo in un missile di ritorno caricato ad inflazione in grado di far saltare il banco degli Stati Uniti.

«Stamperà dollari per l’eternità sostenendo che serve a creare lavoro», è stata l’accoglienza che gli ha riservato il sito conservatore «Drudge Report».
La Yellen è nota infatti per avere studiato a lungo i costi che una società deve sopportare a causa di una recessione prolungata e di una diffusa disoccupazione, ma ha un pregio che tutti le riconoscono, non parla mai senza prima avere fatto una meticolosa ricerca intorno all’argomento trattato.

In Italia questo scrupolo scientifico le provocherebbe una sicura esclusione da tutti i salotti televisivi dove sono messi in discussione a colpi di sloga l’economia e la politica del paese. Forse è per questo che per avere un governatore della Banca d’Italia donna molto probabilmente dovremo aspettare il prossimo secolo.