26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Fisco | Aumento IVA

Con l'IVA al 22% l'Italia sarebbe la più tartassata d'Europa

L'associazione artigiani e piccole imprese di Mestre: «Noi con Belgio, Spagna e Olanda abbiamo l'aliquota più alta (21%), seguono Austria (20%), Francia (19,6%) e Germania (19%). Da Ue potrebbe arrivare un tesoretto da 10 miliardi». Confesercenti: «Gettito calerebbe, sarebbe un boomerang»

MESTRE - Con il previsto aumento dell'Iva dal 21 al 22 per cento il prossimo 1 ottobre, l'Italia è destinata a «a staccare tutti e ad aggiudicarsi la palma dei più tartassati da questa imposta tra i principali Paesi dell'area
euro»
, ha spiegato la Cgia di Mestre. In una nota l'associazione artigiani e piccole imprese ha fatto notare che «l'Italia condivide con il Belgio, la Spagna e l'Olanda il primato dell'aliquota ordinaria più elevata (21%), seguono Austria (20%), Francia (19,6%) e Germania (19%)».

DA UE TESORETTO DA 10 MLD - «Come è possibile - ha tuonato Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - non riuscire a recuperare un miliardo di euro all'interno di una spesa pubblica complessiva della nostra Pubblica amministrazione che ammonta ad oltre 810 miliardi di euro? Per il 2014 ricordo, in risposta ad uno dei quesiti fatti da un membro delle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato, che nell'audizione parlamentare del 2 maggio di quest'anno il ministro Saccomanni ha avuto modo di ricordare che l'uscita dalla procedura di infrazione consentirebbe al nostro Paese di dedurre i cofinanziamenti interni dall'utilizzo dei fondi strutturali. Con il raggiungimento di questo obiettivo avremmo a disposizione tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Ora - conclude Bortolussi - visto che non siamo più nel mirino dei tecnici di Bruxelles, non potremmo usufruire di questo tesoretto per recuperare i 4 miliardi necessari per evitare il ritocco all'insù dell'Iva nel 2014?».

PAGHERA' DI PIÙ CHI GUADAGNA POCO - Infine, ha ricordato la Cgia, «in termini assoluti saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta più pesante. Infatti, ad una maggiore disponibilità economica si accompagna una più elevata capacità di spesa. Tuttavia, la situazione si trasforma completamente se si confronta, come ha fatto l'Ufficio studi della Cgia, l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia. Ebbene, l'eventuale aumento dell'imposta peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate. A parità di reddito, inoltre, i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori».

CONFESERCENTI, AUMENTANDO IVA SI SBAGLIA 3 VOLTE - «L'aumento dell'Iva, che ormai sembra essere sempre più certo, è un triplo errore che va assolutamente scongiurato: in primo luogo perché peggiora la competitività del nostro Paese in Europa, soprattutto rispetto alle grandi nazioni come Francia, Germania e Spagna. L'Italia, inoltre, raggiungerebbe la Slovenia ad un poco inviabile quinto posto nell'area dell'Euro». Con questa nota, Confesercenti ha ribadito la propria posizione sull'aumento dell'aliquota Iva ordinaria.

COSI' DIMINUIRA' GETTITO - «Siamo più che mai convinti - ha continuato Confesercenti - che il gettito calerà e quindi l'operazione aumento Iva, che sia palese o che sia 'mascherato' attraverso la formula degli spostamenti dei beni fra le aliquote, divenga un boomerang che contribuirà ancora di più a fare del nostro Paese l'unico ancora in recessione».

SERVE RIVOLUZIONE ISTITUZIONALE - «Infine - ha concluso il comunicato - l'aumento dell'Iva darà un altro duro colpo ai redditi delle famiglie ed ai consumi, moltiplicando i rischi di chiusure di imprese e disoccupazione. La strada maestra per far rimanere il rapporto deficit Pil entro il 3 per cento è un'altra: ridurre la spesa pubblica colpendo gli sprechi e dando vita a una vera rivoluzione istituzionale».