29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Tasse e Consumi

Iva, Zanonato: «Molto probabilmente non aumenterà», Cgia: «Costerà 103 euro a famiglia»

L'associazione: «Se l'aliquota al 22 per cento, il costo complessivo a carico dei consumatori dal 2014 toccherà i 4,2 miliardi. Il ministro dello Sviluppo:«Stiamo lavorando per non farla aumentare»

ROMA -Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha rassicurato chi gli chiedeva se dal 1 ottobre l'Iva sarebbe passata dal 21 al 22 per cento: «Penso che sia molto probabile che non aumenterà». Entrando alla conferenza del Centro studi Confindustria ha continuato: «Stiamo lavorando per non farla aumentare».
La Cgia di Mestre però non ha creduto al ministro e ha diffuso i suoi calcoli, nel caso l'aliquota salga. L'associazione delle piccole e medie aziende artigiane ha stimato: «Per il 2013 il costo complessivo a carico dei consumatori sarà di circa un miliardi di euro, dal 2014 toccherà i 4,2 miliardi. Dal prossimo anno, per le famiglie l'incremento dell'imposta costerà a regime fino a 103 euro, quasi 28 per i tre mesi del 2013».

AUMENTI DI 103 EURO PER FAMIGLIA 4 PERSONE - Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, la Cgia ha stimato che per un nucleo costituito da tre persone l'aggravio medio annuo sarà di 88 euro.
Nel caso di una famiglia di quattro componenti l'incremento medio annuo sarà invece di 103 euro.
Visto che per il 2013 l'aumento dell'Iva interesserà solo l'ultimo trimestre, per l'anno in corso gli aumenti di spesa saranno pari a 22 euro per la famiglia da 3 persone e 25,75 euro per quella da quattro.

PERICOLO CROLLO CONSUMI - «Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento – ha sottolineato Giuseppe Bortolussi, segretario dell'associazione - se ciò non avverrà, corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che ormai sono ridotti al lumicino.
Questa è una crisi economica che va affrontata dalla parte della domanda: solo incentivando i consumi interni possiamo rilanciare la produzione. Altrimenti, siamo destinati ad accentuare la fase recessiva che comporterà un aumento delle chiusure aziendali e la crescita del numero dei senza lavoro»
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Rispetto al 2011, l'anno scorso la riduzione della spesa per consumi è stata del 4,3 per cento. «Una variazione negativa molto superiore a quella registrata nel biennio 2008-2009, quando, al culmine della recessione, i consumi avevano segnato una caduta tendenziale del 2,6 per cento. Per questo - ha ribadito Bortolussi - è necessario evitare l'aumento dell'Iva previsto dal prossimo 1 ottobre».

MAGGIORI RINCARI PER AUTO, ABBIGLIAMENTO E CASA - I rincari che peseranno di più sui portafogli delle famiglie italiane si verificheranno, hanno spiegato dalla Cgia, «quando ci si recherà a fare il pieno all'auto o si sarà costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all'anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da quattro); per l'acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all'anno per una famiglia di tre persone, 20 euro se il nucleo è da quattro) e per l'acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro)».

NESSUN RINCARO BENI PRIMA NECESSITA' - La Cgia ha ricordato però che l'aumento dell'Iva ordinaria «non inciderà sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari, la sanità, l'istruzione, l'abitazione, tutti beni ai quali si applica l'imposta al 10 per cento, al 4 per cento o non si applica affatto».

COMITAS, AUMENTO DI 349 EURO SE IN 5 PERSONE - L'aumento dell'aliquota Iva previsto per ottobre danneggerà «in modo evidente le famiglie numerose e quelle a basso reddito». Lo ha affermato il Comitas, l'associazione italiana delle microimprese. In base ai calcoli di Comitas, infatti, l'aumento dell'Iva al 22 per cento peserà «in modo particolare sui nuclei familiari composti da cinque persone determinando, a parità di consumi, un aggravio di spesa pari a 349 euro su base annua. Le famiglie con quattro componenti dovranno invece sobbarcarsi una maggiore spesa di circa 279 euro annui, contro i 209 euro di un nucleo di 3 persone».

COLDIRETTI, SAREBBE COLPO GRAZIA PER VENDEMMIA - Il mancato aumento dell'Iva è «una buona notizia per la vendemmia in corso che deve affrontare uno storico calo dei consumi di vino in Italia pari al 7,2 per cento rispetto allo scorso anno». E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Zanonato.
L'aumento dell'imposta sul valore aggiunto rischia - ha sottolineato la Coldiretti - «di dare il colpo di grazia agli acquisti di vino sul mercato nazionale che sono scesi al minimo storico dall'Unità d'Italia con appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia nel 2012».