28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Sindacati

Fiat riaccetta la Fiom dopo la sentenza della Suprema Corte

Il Lingotto al Governo: «Un intervento legislativo è ineludibile». La Cgil: «Notizia, seppur tardiva, positiva. Hanno finalmente applicato la Costituzione»

TORINO - La Fiat accetterà la nomina dei rappresentanti sindacali aziendali Fiom-Cgil, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 23 luglio. Lo ha reso noto il Lingotto in una nota.

FIAT, RISPETTIAMO SENTENZE, DUBBI SU FIOM - In questo modo l'azienda «intende rispondere in maniera definitiva a ogni ulteriore strumentale polemica in relazione all'applicazione della decisione della Suprema Corte». Peraltro, hanno ricordato da Torino, «questa fissa, come ovvio, un principio di carattere generale - la titolarità dei diritti di cui all'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori alle organizzazioni sindacali che abbiano partecipato alle trattative per la sottoscrizione dei contratti applicati in azienda - la cui riferibilità alla Fiom nella concreta situazione Fiat è più che dubbia».
In ogni caso come peraltro suggerito anche dalla Corte Costituzionale, ha concluso Fiat, un intervento legislativo è «ineludibile: la certezza del diritto in una materia così delicata come quella della rappresentanza sindacale e dell'esigibilità dei contratti è una condicio sine qua non per la continuità stessa dell'impegno industriale di Fiat in Italia».

FIOM, FIAT HA SOLO APPLICATO SENTENZA - La Fiom-Cgil di Torino ha accolto con favore l'annuncio di Fiat di riaccettare in fabbrica i delegati del sindacato guidato da Maurizio Landini, ma ha puntualizzato che non si tratta di una concessione, bensì di un passo dettato dalla recente sentenza della Corte Costituzionale.
«È sicuramente positivo che la Fiat abbia deciso non di fare una concessione alla Fiom-Cgil ma di dar corso a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, ha detto Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil. Si tratta quindi di un passo in avanti che ci consente di rientrare negli stabilimenti e di svolgere il ruolo di rappresentanza che ci hanno affidato i lavoratori; in questo modo potremo anche incalzare in maniera più efficace l'azienda sulle prospettive industriali e occupazionali, che sono la vera priorità per i lavoratori».
Il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, ai microfoni di Radio 1, ha detto: «Dal governo mi aspetto di più su Fiat, i governi finora non hanno fatto granché sugli investimenti, anzi hanno favorito il progressivo disimpegno di Fiat nel nostro Paese». Poi Landini ha aggiunto: «Ora, guardando anche al livello di disoccupazione che abbiamo raggiunto, il governo dovrebbe convocare le parti sociali e mettere sul piatto investimenti precisi e interventi, invece è impegnato a rinviare e a decidere altro».

CAMUSSO, FIAT SMETTA DI FARE VITTIMA - «E' una notizia, seppur tardiva, positiva. LaFiat ha finalmente deciso una cosa che se avesse deciso qualche tempo fa, rispettando la Costituzione, avrebbe risparmiato lunghi conflitti». Queste le dichiarazioni del segretario della Cgil, Susanna Camusso, durante la festa del Pd a Genova.
«Rispetto alle altre questioni che Fiat ha posto - ha sottolineato la segretaria della Cgil - credo che questa azienda debba smettere di fare la vittima. Noi non abbiamo mai apprezzato l'idea di leggi ad personam né ad aziendam. Esiste l'accordo del 31 maggio che regola la rappresentanza: venga preso ad esempio - ha concluso Camusso - per avere tutte le regole necessarie».

CISL, LE REGOLE CI SONO GIÀ - «Dico alla Fiat che può risolvere le sue esigenze anche con le norme esistenti. Per intenderci: può fare un accordo con noi, ossia Cgil, Cisl e Uil, o utilizzare il protocollo di Confindustria», ha affermato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a La Stampa, parlando del nodo della rappresentanza sindacale.
«Non credo che si possa fare una legge specifica per ogni comparto produttivo - ha aggiunto - Abbiamo già un accordo interconfederale con Confindustria sulla rappresentanza che funziona».

UIL, FIOM NON DA' GARANZIE A FIAT - Le uniche garanzie per la Fiat le possono dare i sindacati che hanno firmato gli accordi. Lo ha sottolineato in una nota, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. «La Fiat per proseguire nel piano degli investimenti, vuole garanzie legislative sul rispetto degli accordi. In Italia questo è molto difficile da ottenere: le uniche garanzie le possono dare quei sindacati che gli accordi li hanno firmati, e questo basta e avanza».

SEL, BASTA MINACCE DA MARCHIONNE - Dare seguito a quanto stabilito da una sentenza della Suprema Corte, «è semplicemente un atto dovuto e invece la Fiat accetta le nomine dei rappresentanti sindacali come si trattasse di una concessione alla Fiom», ha detto la senatrice Loredana De Petris, presidente dei gruppo Misto e dei senatori di Sinistra, Ecologia e libertà (Sel).
La senatrice ha aggiunto: «Marchionne inizi a cambiare atteggiamento ed eviti le continue minacce di trasferire l'impegno industriale di Fiat all'estero. L'unica 'condicio sine qua non' per noi e per la Costituzione è il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali».

PD, AZIENDA E LAVORATORI INSIEME PER TORINO - «Ritengo positiva la scelta responsabile che ha fatto la Fiat e spero sia l'inizio di una cooperazione piena fra chi rappresenta il lavoro e chi rappresenta l'impresa, perché nel periodo che abbiamo di fronte abbiamo bisogno del protagonismo costruttivo di tutti». Lo ha detto il vice ministro dell'Economia Stefano Fassina, a Torino a margine di un incontro in Confindustria Piemonte, auspicando «un clima diverso dal passato».
Fassina ha esortato ad archiviare «una stagione che ha avuto momenti negativi». «Si apra una fase in cui insieme l'azienda e tutte le forze che rappresentano i lavoratori spingano nella stessa direzione, per rilanciare la produzione a Torino e in Italia e per portare la Fiat a traguardi importanti», ha concluso Fassina.