31 luglio 2025
Aggiornato 03:30
La crisi italiana

Tre aziende su 5 vedono fallimento nel 2013

Il 62,6% delle imprese teme un'impennata di dissesti finanziari. Tra i problemi principali: impossibilità di pagare le tasse, stretta del credito e ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione. Codacons: «consumi alimentari tornati come a fine anni '70»

MILANO - Tre aziende su cinque vedono fallimento nel 2013: la ripresa delle attività dopo la pausa estiva, per la maggior parte delle imprese italiane, è considerata drammatica. E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Unimpresa fra le 130mila associate dopo le tensioni nella maggioranza per la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset. Scenari cupi per l'ultimo quadrimestre: il 62,6% delle imprese teme un'impennata di dissesti finanziari, stadi di crisi e procedure concorsuali.

Tra i problemi principali: impossibilità di pagare le tasse, stretta del credito e ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione.
«La situazione è da allarme rosso - ha commentato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - La massa di imprese che alzano bandiera bianca si estende a vista d'occhio giorno dopo giorno e non si vede una via d'uscita. Le imprese sono stremate e il fallimento, in taluni casi, è inevitabile. Al Governo di Enrico Letta - prosegue - abbiamo posto più volte l'esigenza di varare riforme serie, volte a dare speranza agli imprenditori e pure alle famiglie. Per rimettere in moto l'economia, e quindi per far ripartire l'occupazione, si deve dare impulso al credito e vanno tagliate le tasse».

Consumi alimentari tornati come a fine anni '70 - I consumi alimentari degli italiani sono tornati come a fine anni '70. Lo denuncia il Codacons commentando i dati resi noti dalla Coldiretti, secondo cui le famiglie italiane hanno tagliato del 4% la spesa alimentare nei primi sei mesi dell'anno.
Per il Codacons si tratta di un dato «drammatico», perché i consumi alimentari stanno scendendo ininterrottamente dal 2007: -1,8% nel 2007, -3,3% nel 2008, -3,1% nel 2009, -0,7% nel 2010, -1,8% nel 2011, - 3%nel 2012. La ragione di questo crollo - prosegue l'associazione - è che un terzo delle famiglie italiane non riesce più ad acquistare tutto il cibo di cui necessita. Bisogna tornare alla fine degli anni '70 per avere consumi alimentari pro capite così bassi: ormai, il 12,3 per cento della popolazione non riesce più a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni.
«Questi sono dati da Terzo Mondo, indegni di un paese civile - afferma il presidente Carlo Rienzi - Per questo è fondamentale non aumentare più le tasse che colpiscono indiscriminatamente tutti, ricchi e poveri, come ad esempio l'aumento dell'Iva, tassando, se proprio si deve, solo quelli che se lo possono permettere».