Weidmann rilancia le critiche al piano antispread della BCE
Il presidente della Bundesbank si è confermato il teste ostile chiave, nelle audizioni che in questi due giorni i giudici costituzionali tedeschi hanno portato avanti nel procedimento partito dopo un ricorso contro il piano Omt della BCE
BERLINO - Ha ribadito le sue critiche al piano antispread della Bce, concentrandosi davanti alla Corte costituzionale della Germania sull'assenza di limiti ex ante a questi possibili interventi e sui rischi che comportano per gli i paesi dell'area euro. Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si è confermato il teste ostile chiave, nelle audizioni che in questi due giorni i giudici costituzionali tedeschi hanno portato avanti nel procedimento partito dopo un ricorso contro il piano Omt della Bce.
Inoltre Weidmann ha aperto alla possibilità di procedere a revisioni dei trattati europei per modificare lo statuto della Bce, ma in senso diametralmente opposto a quello indicato da coloro che di solito parlano di cambiare lo statuto. Invece di allargare le possibilità dell'Eurotower, capo della Bundesbank vuole infatti limitarle ancor di più.
«Il fatto che abbia preso posizione contro l'Omt indica che sono pronto a limitare questi spazi di manovra perché temo che possano portare a perdite di credibilità e a rischi per la stabilità», ha detto, secondo quanto riporta il Financial Times. Quanto al piano Omt, secondo Weidmann uno dei problemi chiave è se l'assenza di limitazioni sia «coerente con il mandato» della Bce.
Le sue tesi sono state però contestate da Joer Asmussen, l'esponente tedesco del direttorio della Bce inviato dal presidente Mario Draghi a difendere la legittimità delle misure approntate. Asmussen ha sostenuto che all'opposto l'istituzione deve avere margini di manovra e poter acquistare titoli di stato, nell'ambito degli strumenti per condurre la politica monetaria.
Peraltro ha messo in guardia dall'aprire un dibattito sulla revisione dei trattati, avvertendo che potrebbe rivelarsi un vaso di Pandora. «Mi sa che in giro troveremmo pochi paesi disposti a dare tanta importanza, quanta ne diamo in Germania all'articolo 123» dello statuto: quello che proibisce dalla Banca centrale di finanziare i debiti pubblici. «Si aprirebbe una discussione molto ampia su tutto quello che si potrebbe cambiare, anche al mandato della Banca centrale».
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